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30 VITA DI PIO VII

stissimo fatto l’altro non meno disastroso del concordato di Fontainebleau. Eransi appena i prelati francesi allontanati dal suo fianco, quando il pontefice prese a riflettere sulla gravezza del passo, che aveva segnato. Vide egli che in Francia potea facilmente abusarsi di una promessa, che la noiosa insistenza degl'inviati aveagli tratto di bocca e pianse. Narrarono i suoi familiari, che smaniando passò il s.padre la notte: intesero i suoi lunghi sospiri, udirono le sue parole mostranti vivissimo pentimento. Era sorta appena l'aurora quando chiamato a se Ilario Palmieri, domandavagli se i vescovi francesi erano ancora in Savona: inteso che aveano ripresa la via di Parigi, cadde in un abbattimento profondo.

XV. I vescovi adunati nella capitale dell'impero ricevevano prove di benevolenza e di stima da quanti erano devoti al governo. A quelli, che credeasi avere influenza

    I. Che essa santità sua concederebbe la istituzione canonica ai nominati da sua maestà imperiale e reale nelle forme convenute all’epoca dei concordati di Francia e del regno d’Italia. II Che sua santità condiscenderà ad estendere le medesime disposizioni per le chiese della Toscana, di Parma e Piacenza per mezzo di un nuovo concordato. III. Sua santità consente, che sia nei concordati inserita una clausola, con la quale essa si obbliga a fare spedire le bolle d’istituzione ai vescovi nominati da sua maestà in uno spazio di tempo determinato, che sua santità crede non poter esser minore di mesi sei: e nel caso ch’ella differisse per più di sei mesi: e per tutt'altre ragioni che per l’indegnità personale dei soggetti, ella investe del potere di dare in suo nome le bolle dopo spirati i sei mesi, al metropolitano della chiesa vacante, e in sua deficienza al vescovo più anziano della provincia ecclesiastica. IV. Sua santità s'induce e muove a fare queste concessioni perla speranza, che le hanno fatta concepire nei loro discorsi i vescovi deputati, che queste concessioni preparerebbero la strada ad altri accomodamenti, che ristabiliscano l'ordine, e la pace della chiesa, e che rendano alla santa sede la libertà, l’indipendenza e la conveniente dignità. Savona 10 Maggio 1811. È questo l'atto, che per sorpresa si ottenne dai prelati mandati in deputazione a Savona, che non fu sottoseritto dal pontefice e che gli costò tante lacrime.