Pagina:Storia della vita e del pontificato di Pio VII.pdf/281


LIBRO V 29

quanto aveano promesso a Parigi, tormentavano il papa e nelle reiterate udienze, ora si studiavano di spaventarlo col quadro lacrimevole dei mali provocati dalla sua resistenza, ora favellavano di uno scisma sicuro, che avrebbe sconvolta la chiesa, ora andavangli sussurrando all'orecchio, che non eravi tempo a perdere, che l'imperiale volere li richiamava a Parigi. Diffidente Pio VII dei propri lumi, abbandonato a se solo, oppresso, straziato dall'insistenza dei prelati, incerto di quanto accadeva in Francia e in Europa, dopo aver opposta lunga e valida resistenza1, promise di dar la conferma e la istituzione canonica ai vescovi nominati dall'imperatore, di estendere il concordato dell'anno 1801 alle chiese di Toscana, di Parma e Piacenza, e di aggiungere al concordato istesso la clausola da Napoleone proposta. Questa vittoria conseguita quando minori in essi erano le speranze, fu conseguenza dell'estremo abbattimento di quell’animo vulnerato da tanti affanni. Speravano essi trionfare di lui, ma fu breve la gioja, immediato il riparo. Profittando eglino di quel momento, sotto i suoi occhi posero in iscritto quella promessa, perchè fosse rattificata dal papa: ma esso rifiutavasi dal sottoscriverla. La nota comprendevasi in quattro articoli2. Preludiava questo tri-

    ticoli, di rattificare Ja perdita della sua sovranità e di prestare sleun giuramento alle autorità della Francia.

  1. Dalle stesse lettere dell’arcivescovo di Tours al ministro dei culti rilevasi che il papa sostenne virilmente la lotta, resistendo ai replicati assalti dei prelati francesi. Risulta da esse quali furono gli argomenti discussi, quali le questioni proposte, quali l’energiche risposte del santo padre. L’istesso arcivescovo ch'era capo della deputazione le pubblicò in un libro impresso a Parigi nel 1814 col titolo — Fragmens rélatifs à Histoire Ecclésiastique des premières années du XIX siècle.
  2. Sua Santità prendendo in considerazione i bisogni e il voto delle chiese di Francia e d'Italia, che le sono stati rappresentati dall'arcivescovo di Tours e dai vescovi di Treveri, di Nantes e di Faenza, e volendo dare a queste chiese una nuova prova della sua paterna affezione ha dichiarato all’arcivescovo e ai vescovi suddetti.