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26 VITA DI PIO VII

blea e passando innanzi all'abate superiore di San Sulpizio, mostrava al modesto vecchio con la cortesia del saluto quanta in lui fosse affezione e rispetto1. Fu grave sventura che quell'uomo in conseguenza della sua età cadente o in sequela delle vive emozioni provate in questa memoranda sessione o per ambedue le ragioni cessasse di vivere dopo brevissima malattia2.

XIV. Il prigioniero di Savona inerme, guardato a vista, isolato dai suoi, turbava in Parigi i sonni del possente signor della Francia: i bisogni della chiesa crescevano, crescevano gli scandali: reclamavano i popoli i loro pastori, si mormorava, tumultuavasi in alcuni luoghi. Consigliato, stimolato Napoleone dai suoi cortigiani, decideva di convocare nella capitale dell'impero un concilio. A disporlo, con una lettera circolare invitava tutti i vescovi dell'impero francese, quelli del regno d'Italia ad una nazionale assemblea, che dovea celebrarsi a Parigi il giorno dieciassette giugno 1814. Molto speravasi da questo preteso concilio, la cui presidenza diceasi devoluta di diritto al cardinal Fesch come arcivescovo della chiesa più antica e più celebre della Francia, Lione. Prestava egli giuramento di vera ubbidien-

  1. Deve il cardinal Fesch ai di lui consigli se non accettò l'arcivescovato di Parigi, che offrivagli l'imperatore : rifiuto che fruttò al porporato gli encomî di Pio VII Napoleone consultavalo frequentemente. Quando Fesch volle parlare al nepote di materie ecclesiastiche, questi risposegli: tacele: dove mai avete imparato teologia? Ne parlerò io col prete Emery. Solea dire qualche volta: un uomo quale è costui mi porterebbe a fare forse più ancora di quello che io non dovrei.
  2. Monsignor Fournier vescovo di Montpellier assisteva negli estremi momenti questo illustre francese, che rese l'anima a Dio fra le braccia del cardinal Fescb, che ne pianse veramente la perdita. La sera istessa a circolo di corte portava egli la nuova all’imperatore. Risposegli questi «ne sono dolente, ne sono dolentissimo: era un uomo saggio, un ecclesiastico di merito ben distinto. Bisogna onorarne la morte con istraordinarie funebri pompe. Egli sarà deposto nel pantheon». Iddio dispose diversamente per consolazione dei sacerdoti da lui diretti.