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LIBRO V 23

consiglio. Ricercavasi principalmente qual fosse il mezzo legittimo di dare ai vescovi la istituzione canonica, allorquando il papa si ricusasse costantemente dall’accordare le bolle a coloro che erano nominati dal principe. Decideva il consiglio che dovea questo articolo discutersi in un concilio nazionale1: proponeva pertanto di spedire una deputazione al pontefice. Gli sforzi fatti dal ministro dei culti, perchè si adottassero i suoi pareri e le proposizioni sovvertitrici della autorità della chiesa romana, riuscirono inefficaci. L'animoso abate di san Sulpizio scrivea al presidente del comitato ecclesiastico, che il consentire alle ministeriali domande era un attaccare di fronte i privilegî della sede apostolica, un abbattere tutti i principî della ecclesiastica disciplina. La voce del venerando teologo, del vecchio rispettabile che non tradiva la propria coscienza per piacere all'imperatore, prevalse nell’assemblea2. Narrasi che il cardinal Fesch, persuaso a quei detti, abbia osato presentarsi al nepote per dirgli: tutti i vescovi resisteranno: voi non potreste farne che altrettanti martiri. Napoleone mostravasi commosso e dichiarava che avrebbe provveduto ai bisogni con ja saviezza imposta dalle circostanze: sedotto

  1. Il bisogno della chiesa di Francia al dire di Potter diveniva sempre maggiore, perchè i membri componenti l’ecclesiastica commissione permisero ai fedeli d’indirizzarsi ai loro vescovi ordinarî, ma solo per le semplici dispense. Si propose di aggiungere al concordato del 1801 un articolo per il quale si limiterebbe la vacanza delle sedi, tanto in riguardo alla nomina da farsi dall’imperatore quanto al dovere d’instituire da eseguirsi dai sommo pontefice, se non volea che il metropolitano o il più antico vescovo istituisse in ciascuna provincia.
  2. Il Cardinal Lambruschini quando fu nunzio in Francia, avendo dimenticato in Genova sua patria i famosi opuscoli dell'abate Emery ne domandò un esemplare al Garnier superiore di San Sulpizio. Allorchè il cardinale dovè recarsi ad Issy, volle visitare la tomba di questo illustre ecclesiastico francese, verso il quale nutriva particolari sentimenti di rispetto e di amore: pregò innanzi all’altare, e rivolto quindi a coloro, che gli stavano all’intorno esclamò « ecco una persona che molto ha amato: la chiesa ».