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LIBRO V 15

rente e tranquillo. Superbi giungevano da Parigi i rimproveri, acerbissime le parole: diceasi che ormai il secolo illuminato ben distinguea dalle dottrine di Cristo quelle di Gregorio VII: aggiungeasi dal ministro dei culti, che sarebbegli tolto ogni mezzo di nuocere, che gli verrebbe interdetta ogni comunicazione col clero, che vedrebbesi isolato. Intimavagli il prefetto di polizia con risolute parole, che doveansi in seguito visitare le carte a lui inviate e da lui trasmesse. Risposegli il pontefice « non avrebbe mai riconosciuta attorno a sè persona alcuna rivestita di tal carattere; che continuerebbe egli a rispondere a tutte quelle carte che gli sarebbero presentate. » Si rese invisibile al papa il generale Berthier, furono sospesi i dispendi della mensa che, senza alcun limite, avea sino allora sostenuti il governo e a tanto si giunse da dare all'augusto sovrano e a quei pochi che viveano al di lui fianco il quotidiano assegno di bajocchi cinquanta per ciascuno, da servire al loro comune mantenimento. Mormoravasi per Savona: gli stessi cittadini pagavano le liste. Se ne scrisse a Parigi, e dopo quindici giorni tornò il governo a sostenere le spese. Erano pochi giorni trascorsi della perquisizione, quando gli si tolse dal fianco l'ajutante di camera Andrea Morelli, che dopo aver subiti i costituti, era inviato a Fenestrelle: tradotto quindi nelle pubbliche carceri di Parigi, vi fu sostenuto finchè durarono le sofferenze di Pio1. Paolo Campa, che come amanuense serviva al pontefice, e Petroncini cameriere di Doria vennero anch'essi sul principio del nuovo anno sottoposti ai costituti e mandati a Viterbo. Mentre lusingavansi di potersi restituire in seno alle proprie famiglie, l'ordine di Miollis aprì ad essi le porte di Fenestrelle. Credeasi che il prelato Doria potesse godere

  1. Tornato appena in Roma nel 1844 oppresso dai patimenti sostenuti in prigione non sopravvisse che pochi giorni. Seppe che Pio VII era finalmente restituito all'amore dei sudditi, alla felicità dello stato, ma non ebbe la consolazione di rivedere il suo augusto padrone reduce dalla cattività sostenuta.