Pagina:Storia della vita e del pontificato di Pio VII.pdf/266

14 VITA DI PIO VII

ministri1. Si videro imprigionati i cardinali Vincenti ed Ersckine, deportati i canonici, i sacerdoti che opponevansi al possesso dei vescovi illegittimi, i quali osarono, senza esserne dal pontefice investiti, immettersi nelle amministrazioni di varie sedi in Italia ed in Francia. Partivano da Parigi ordini fulminanti del duca di Rovigo contro quanti in Savona avvicinavano il santo padre. Ugo Maret asceso in tribuna prendea a declamare contro i diritti del papa, contro la potestà pontificia: annunciava egli che la chiesa gallicana avea di nuovo come dottrina invariabile accettate le dichiarazioni dell'assemblea del clero2. Sulla porta delle stanze abitate dai famigliari del papa si affissero comandi severissimi, dai quali non doveano decampare coloro che avvicinavano il santo padre. Un diligente scrutinio della polizia fu quindi portato su quanti erano e documenti e fogli e lettere presso loro esistenti. Trovarono fra questi la corrispondenza del cardinal di Pietro, le suppliche dirette al papa per dispense, per grazie spirituali. Si posero gl'imperiali suggelli su questi fogli e nel dì susseguente, mentre Pio VII stavasi nel giardino del vescovado, fecesi rigorosa perquisizione nelle stanze tenute dal santo padre. Si esaminarono gli oggetti, si lessero le carte, si portò l'attenzione anche sulle vesti usate dal papa. Ad ogni articolo che veniva in loro mano si apponeva il suggello: sulle carte, su i breviari, e perfino sull'ufficio della beata vergine venne impressa l'aquila dell'impero: furono spezzati i pontifici suggelli: le carte sequestrate e

chiuse diligentemente in un sacco, andarono a Parigi a subire nuovi esami. Al nuovo insulto mostravasi Pio indiffe-

  1. La lettera diretta da Pio VII al gran vicario di Parigi abate d’Astros era giunta a quel giovane consigliere nella capita e fu per sua cura inviata al proprio destino. N'ebbe Portalis amari rimproveri nella pubblica sala del consiglio imperiale, dalla quale fu espulso alla presenza dei suoi colleghi.
  2. Innocenzo XI cui solo era dato l'emettere giudizio in sì fatta materia avea costantemente negate le bolle d’investitura ai prelati francesi, i quali intervennero a quell’assemblea.