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10 | VITA DI PIO VII |
savio, moderato così da formare il decoro e l'ornamento del clero. Gli elogi di Emery sul labbro d'un uomo lodato fecero impressione profonda nell'animo imperiale. Napoleone desiderò di parlare con l’animoso difensore del papa in Parigi. Fu chiamato a Fontainebleau; Fesch ebbe l'incarico d'introdurlo. Meravigliavasi l'umile sacerdote di tale invito e obbediva. Dimorò tre giorni nella imperiale residenza prima di essere ricevuto. Egli pregava nella cappella del castello, quando, giunto il momento, veniva il cardinale di Lione a chiamare il vecchio teologo francese, l'introduceva all'imperiale presenza e allontanavasi. Lessi, disse l'imperatore, il libro vostro. L'ho quì sul mio tavolino. Veramente nella prefazione avvi qualche punto che non è molto leale, ma insomma è una bagattella. Ragionavano quindi fra loro e interessante riuscì il colloquio del possente signore con l'ottuagenario teologo. Parlavagli di Carlo Magno, di cui si dicea successore: rispondevagli Emery che i papi non dal solo Carlo Magno tenevano i temporali dominî, dappoi chè questi sino dal quinto secolo erano considerabili. Lodava Napoleone il pontefice, ma il dicea influenzato dai cardinali: vedete, aggiungea, se io potessi trattenermi un quarto d'ora col papa, le nostre controversie sarebbero felicemente ultimate. E perchè, rispondea al sire il venerando abate, la M. V. non permette che venga egli a Fontainebleau? È questo ciò che io desidero fare, replicava l’imperatore: e voglio che a lui si rendano gli onori istessi ch'ebbesi allorchè mosse da Roma per consacrarmi. Durava ancora la conferenza quando si annunciò che i re di
Baviera, di Wurtemberga e di Olanda domandavano l'udienza. Aspettino, disse egli, e proseguì il colloquio con Emery, che presentavagli un suo nuovo libro, ove quel dotto uomo, avea raccolte le opinioni di Bossuet e di Fénélon in favore della chiesa romana1. Il congresso tenuto ispirò all'animo imperiale un vivo sentimento di venerazione per l'abate superiore generale di san Sulpizio.
- ↑ Questo libro venne quindi sequestrato dalla polizia parigina, che cercò tutti i modi di distrugger le copie.