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8 VITA DI PIO VII

e in tante afflizioni non cessava di sollevare con apostolico zelo la voce per confortare gli oppressi, consigliare i dubbiosi, confermare sulle vie del dovere coloro che aveano resistito alla forza delle minaccie, e al prestigio delle promesse: vedea balestrati quà e là, chiusi nelle prigioni i suoi ministri, e pure come meglio eragli in tanta perversità di tempi concesso, alla piena dei mali coraggiosamente opponevasi. Stupivano i suoi carcerieri, cui era ignoto come e con quali mezzi potesse il pontefice prigioniero accorrere sollecilo ora su questo ora su quel punto del cattolico mondo, ove maggiore manifestavasi il bisogno di far sentire la sua voce, e raddoppiavano i rigori e la sorveglianza. Chiedea incessantemente l'imperiale governo che fosse da Pio VII data la canonica istituzione ai vescovi delle sedi vacanti; cercava il cardinal Caprara arcivescovo di Milano commovere il santo padre, esponendogli il tristissimo quadro della condizione in cui crano ridotte tante chiese vedovate dei loro pastori, dichiarandogli che non esiggevasi nelle apostoliche bolle menzione alcuna della nomina imperiale. Negavasi il papa alle domande del cardinale arcivescovo, cuì rispondeva; « Dopo le tante novità introdotte nel nostro stato, dopo le violenze usate contro gli ecclesiastici, la deportazione di tanti vescovi, della maggior parte dei cardinali, fra i quali Pacca detenuto in un forte, dopo lo spoglio sofferto dal patrimonio di san Pietro, dopo essere stati assaliti a mano armata nel nostro stesso palazzo, trasportati da un luogo all’altro; tenuti sotto stretta custodia, impediti di parlare, di vedere i vescovi, dopo tanti attentati, contro i quali i generali concili, le apostoliche costituzioni fulminarono le censure ecclesiastiche, come potremmo noi riconoscere e secondare gli ordini di un governo che ci tolse la libertà, senza prevaricare, senza porci in contradizione con noi medesimi, senza cagionare un grave scandalo fra i fedeli: che direbbero come noi, vinti dalla stanchezza dei patimenti sofferti e sopraffatti dal timore di sofferenze maggiori, abbiamo traditi i nostri più santi doveri e quei fatti approvati che condannammo pubblicamente? Vostra eminenza,