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LIBRO V 7

che dopo aver prestato giuramento di fedeltà all’imperatore, vinti da rimorso, si ritrattarono, scortati dalla forza, giovani si deportavano alle prigioni di stato, vecchi si riunivano nelle stanze di san Calisto1. Severo ordine di polizia imponeva alle claustrali di abbandonare la modesta tranquillità del ritiro, che avevano scelto: esecutori della dura legge i gendarmi, tempo a lasciare coi monisteri le loro pacifiche abitudini per rientrare nel secolo, accordavansi ventiquattr'ore. Le vecchie, le inferme che non ebbero casa che potesse riceverle e sostentarle, per disposizione governativa, furono collocate in quattro conventi.

IIT. A compensare in qualche modo i gravi danni sopportati dai sudditi pontifici, il governo imperiale pensò alle scienze: a spese del pubblico erario si provvidero gl’istromenti necessari alla specola del collegio romano: i parafulmini che per comando di Pio eriggevansi nella basilica vaticana, si condussero a fine: si provvide al commercio, le allumiere della Tolfa e gli scavi delle miniere di ferro in Monteleone nell’Umbria, interrotti per le vicende dello stato, si ripresero, si proseguirono con energia: inviavansi a pubbliche spese diversi giovani a Parigi, onde applicarsi alla scuola delle mine, della veterinaria e di arti e mestieri. Come in Toscana, così in Roma caldeggiavasi lo studio dell’italiana favella: l’arcadia, meglio che a pastorali canti, si volle destinata a promovere la coltura del patrie idioma: alla famosa accademia di belle arti assegnavasi vistoso appannaggio.

IV. Nel fondo del suo ritiro vedea Pio VII le calamità della chiesa; i pericoli dei cattolici, le angustie del clero e gemendo pregava. Vedea conculcate l’ecclesiastiche leggi, violata la santità dei sacramenti, usurpata la giurisdizione episcopale, distrutti i monisteri e i conventi,

  1. Il vescovo di Tivoli che avea giurato, pentito del passo dato, il dì di san Pietro dopo l'evangelo, con molte lacrime, alla presenza del popolo, si ritrattò. Preso dai gendarmi venne trasportato in Roma e rinchiuso nel convento della Minerva.