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Si adottano severe misure contro vari cardinali e diversi ecclesiastici che si credono consiglieri e fautori del papa. Le persecuzioni che divengono più severe si estendono anche al pontefice e ai suoi familiari. Metternich domanda d'inviare un agente austriaco a Savona e l'ottiene. Conferenze del papa con quell'incaricato. Canova torna a Parigi, e coglie l'occasione di parlar libere voci a Napoleone: rifiuta le offertegli onorificenze. S'intima un consesso, che chiamano concilio nazionale. Opposizioni insorte. Saggia condotta di Emery, e sublime risposta data all'imperatore. Và una deputazione di vescovi a Savona, conferisce col papa, che resiste alle lusinghe e alle minaccie. Cede Pio VII alle arti loro: immediatamente si pente, fa richiamare i vescovi che aveano già riprese le vie di Parigi. Durano le vessazioni. Muore Emery onorato dall’imperatore. Và una deputazione di cardinali a Savona. Condotta del cardinal Roverella. Tentativi fatti dagl'inglesi per la liberazione del papa, che da Savona con ogni cautela, e con immensi disagi è trasportato a Fontainebleau. Vi giunge estenuato dai patimenti ed infermo. Ivi è onorato dalle primarie famiglie di Francia. Si adoperano nuove arti per abbattere la sua costanza.