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LIBRO IV 229

lazzo della prefettura: la notte che precedeva la sua partenza moltissimi rifiutaronsi di allontanarsi dalluogo per dar l'addio al padre universale dei credenti, che muovea per Savona. Queste cose volemmo noi narrate distesamente perchè veggasi che miseria di tempi, pravi esempi, perversità di dottrine non corrompono la grande massa del popolo, e non estinguono nel cuore di essa la fede. Divisava il Boisard tenersi lontano dalle vie consolari: erano ad attraversarsi le montagne della Savoia. Una pia signora dispose, che le strade, per le quali dovea transitare il pontefice, fossero illuminate. Per sua cura molti fanali sul far della sera si posero agli alberi situati lunghesso la via: e poichè generoso esempio invita gli altri a ben fare, il pensiero gentile trovò imitatori: si fece anzi di più: gli abitanti delle vicine vallate giunsero persino ad appendere agli alberi le campane, che suonavano alla distesa al passaggio del santo padre. Era spettacolo nuovo in quelle valli profonde, sulle creste di quegli altissimi monti l'eco svegliata da quel suono e dalle voci degli abitanti occorrenti dalle riviere del Piemonte per salutare il gerarca di santa chiesa. Distinguevansi fra questi le confraternite religiose con le loro divise, che giungenti dai paesi posti sulle montagne che Nizza separano da Savona.

XXXVII. Era in questa città ricevuto dal vescovo, cui univasi quello di Lodi: si trattenne per quattro giorni nelle case dei Sanson. Teneri ed affettuosi riguardi prodigava quella distinta famiglia allo sventurato sovrano1. Un ordine venuto da Parigi destinava stanza a Pio VII l’episcopio: sole due camere di quel vasto edifizio erano a lui assegnate, e mentre volevasi in apparenza onorata l'alta sua rappresentanza, severi ordini davansi

  1. Leggo in un autografo di Moiraghi, che seguì il pontefice, come la madre del maire Sanson, piissima dama, nudrita si sentimenti di pietà e di religione, giovandosi dell’ascendente che avea sul figlio, permise ai savonesi e agli abitanti dei paesi limitrofi di avvicinarsi all'ospite augusto e di baciare i suoi piedi.