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LIBRO IV 223

sulla bocca dei circostanti siccome un tuono1. Essi piangevano e minacciavano: l'uffiziale che teneva la chiave apriva tremando lo sportello della carrozza che era stata sollevata dal popolo, che prese il papa fra le braccia togliendolo dalla incomoda posizione in cui stavasi. I gendarmi che scortavano il santo padre pallidi in volto, con le sciable sfoderate allontanavano la folla che stretta e minacciosa appressavasi, montava in furia e gridava: cani! cani! Visto che Pio VII per prodigio di Dio in tanto pericolo era salvo, cercò in vari modi manifestare i sentimenti di rispetto e di amore: altri prostavansi con la faccia a terra, altri gli baciavano i piedi, altri rispettosamente toccavano le sue vestimenta, quasi reliquie di un santo. Era spettacolo tenero e commovente vedere tanto popolo intorno al padre universale dei credenti che col sorriso sul labbro ringraziavali delle cure dell’affetto a lui dimostrato, e invocava su di essi le benedizioni del cielo. Sedato il tumulto2 entrava il papa col cardinal Pacca nel carrozzino di Doria per proseguire il viaggio.

XXXV. Continuavano lungo la via i buoni toscani a dar prove di rispetto, e di amore al vicario di Cristo, che un'ora dopo il tramonto giunto alla Certosa di Firenze, eravi ricevuto dal colonnello Le Crosnier e dal commissario di polizia Biamonti. Al solo priore di quella fu dato av-

  1. Rilevasi da una lettera che il cardinal Pacca scrisse al suo collega Casoni, che il solo Radet da quella caduta riportò una ferita e diverse contusioni. Leggo in Moroni all'articolo Pio VII del suo eruditissimo ed utile dizionario:« Il generale Radet fu lanciato a grande distanza in una frana piena di animati immondi restando ferito e contuso » ( Tomo LIII ).
  2. Il cardinal Pacca temendo che quella moltitudine potesse venire alle mani con i gendarmi che scortavano il papa, si cacciò in mezzo alla folla gridando ad alta voce, che per grazia del cielo nulla era accaduto di male, che tutti stessero quieti e tranquilli. Le energiche sue rimostranze giunsero a calmare l’effervescenza che erasi manifestata nella popolazione che accorreva da tutte le parti e che potea facilmente tradursi in una generale sommossa (Vedi Pacca Mem. stor. Part. II. cap. 1).