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214 VITA DI PIO VII

penitenzieria la bolla, perchè da questa dovesse compilarsi una istruzione onde il popolo apprendesse quali erano gli uffici, quali gl'impieghi, che non potevano esercitarsi senza incorrere nelle censure. I prelati Fenaja vice gerente, e Cesarei reggente della penitenzieria risposero: le loro dichiarazioni confermava il pontefice. Fomite di nuove amarezze era un'ordinanza di Tournon prefetto del dipartimento di Roma, che il giuramento imponeva agli ecclesiastici, ne statuiva le formole e accordava il termine di quattro giorni per accettarlo: i renitenti, diceasi nel decreto, saranno trasportati nell'interno della Francia.

XXIX. Alla data sentenza dovevano tener dietro tristissimi fatti. Il papa che, chiuso nei penetrali del quirinale, volea non si potesse pervenire alle sue stanze se non con manifesta violenza, riponeva la fiducia in Dio, che ha promesso di non abbandonar la sua chiesa, e pregava: I nemici della santa sede, colpiti dalle ecclesiastiche censure escogitavano i modi d’impossessarsi della persona del papa e tremavano. Dalla Toscana chiamavasi in Roma Radet generale della gendarmeria francese: spediti da Murat giungevano in città circa ottocento uomini, che prendevano stanza a castel sant’Angelo. Con l'uno univasi a stretto colloquio Miollis; erano gli altri ritenuti a quartiere per nascondere ai Romani la presenza di nuova truppa. Con queste precauzioni andavasi a compiere l'esecrando delitto di sorprendere e deportare il pontefice. Si diedero all’oggetto ordini in iscritto a Radet, che prese le disposizioni per non mancare allo scopo. Intanto la paura di vedere distornata l'opera iniqua dagli animosi abitanti di Trastevere suggerì il pensiero di spedire dopo la mezza notte la forza armata a guardia dei ponti, a pattugliar la città per osservare il movimento e avvisare. Picchetti di cavalleria chiudevano tutte le strade, che mettono al quirinale. Gendarmi, sbirri e civici in vario modo distribuiti tenevano la piazza: essi sommavano a mille: il palazzo Rospigliosi era il quartier generale. Miollis che avea dato ordine di custodire le porte delle chiese, perchè temeva che le campane suonate a martello destassero la popolazione di Roma, sta-