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212 VITA DI PIO VII

ciavano all’attonita Roma, che la bandiera tricolare di Francia prendeva il luogo dello stemma pontificio abbattuto. Andavasi per le contrade a suono di tromba proclamando, che Roma era città libera e imperiale, che i domini della santa sede erano uniti all'impero francese. Preparato il papa a questo colpo, dicea al cardinal Pacca, che presentavasi innanzi a lui per animarlo, le parole di Cristo «Tutte è consumato» Il giovane nepote di Pacca portava più tardi la copia dell’imperiale decreto. Appressavansi ambedue alla finestra per leggerlo. La calma, la riflessione, con cui esaminarono questo atto, che completava amaramente la lunga storia delle avversità sopportate cedevano il luogo ad un sentimento di sdegno, che apparve sul volto di entrambi. Giusta era la loro indignazione, giusto il dolore. Narra egli stesso, il cardinal Pacca che gli tremava la voce, che gli si offuscava la vista, che interrompevasi, e leggea a stento. Il papa, che sulle prime avea dato segno di abbattimento, si ricompose e rassegnato e tranquillo udì la lettura dell’intero decreto. Tornato al suo tavolino senza pronunciare un accento sottoscrisse vari esemplari della protesta, ch'era già preparata: « Romani, diceva il mansueto pontefice, sono finalmente compiuti i tenebrosi disegni dei nemici della sede apostolica. Dopo lo spoglio violento ed ingiusto della più bella e considerevole porzione dei nostri domini, noi ci vedevamo con indegni pretesti, e con palese ingiustizia spogliati della nostra sovranità temporale, cui la indipendenza spirituale è strettamente legata: Ci conforta in tanta persecuzione il pensiero, che l'imperatore e la Francia non è offesa da noi, che non abbiamo traditi i nostri doveri e la nostra coscienza. Piacere agli uomini e dispiacere a Dio se non è lecito a chiunque professa la religione cattolica, molto meno può esserlo al capo e al promulgatore di essa. Debitori a Dio e alla chiesa di tramandare illesi ed intatti i nostri diritti, protestavamo contro questo nuovo spoglio violento, e lo dichiaravamo irrito e nullo». Con queste dignitose parole l'amarezza dell’animo suo Pio VII manifestava. Col favore della notte la pontificia protesta venne affissa per Roma: molto con ciò rasi fatto, mol-