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LIBRO IV 207

scovo di Anagni: sono tradotti innanzi al comandante della piazza coloro che escono dal quirinale: sì sottopongono a visita rigorosa gli oggetti e le vetture appartenenti al palazzo apostolico: per consiglio di guerra il di ventisette settembre 1808 le palle soldatesche spezzano il petto a Giuseppe Vanni di Caldarola, ufficiale al servizio di Ferdinando di Napoli, sbarcato nelle vicinanze di Ostia. E questi erano i tristi fatti, i quali preludiavano il supremo attentato che dovea compiersi fra non molto. Ordinavasi prudentemente che fosse chiusa la porta che guarda la piazza del quirinale, lasciando al passaggio dei pochi, che pel disbrigo dei loro affari, recavansi all'udienza del papa, aperto il piccolo adito: davasi al tenente svizzero Amryn, ai soldati e ai più fidati sergenti di quella guardia dì cui raddoppiavasi la paga, l'ordine di vigilare specialmente nelle ore avanzate. Nella profondità della notte videsi talvolta il cardinal Pacca andare in persona ad accertarsi se gli ordini erano eseguiti: più spesso assumevano questa cura pietosa per amore del principe i minutanti della segreteria di stato. E non era ciò segno che volessero i palatini opporre resistenza alle armi di Francia: severi ordini invece eransi dati per vietare un inutile spargimento di sangue sotto gli occhi del vicario di Cristo: voleasi con queste precauzioni mostrare al mondo cattolico che il padre dei credenti cedeva solo alla violenza e alla forza. Sapeasi intanto come il popolo, entrato in sospetto che si tentava d'involare il pontefice al loro amore, minaccioso aggruppavasi ogni notte sotto il palazzo apostolico, patugliava nelle vie prossime al quirinale per mettere il papa al sicuro da ogni colpo di mano.

XXV. Narro mirabile prova di affezione data dai romani al pontefice. Essi che nel decorso anno, epoca in cui le angustie del papa erano meno vive, aveano, come dicemmo, spontaneamente rinunciato ai divertimenti del carnevale, palesarono in modo più energico nel 1809 l'alto loro abborrimento per tutto quello che potesse manifestare sentimenti di esultanza e di gioia. La gazzetta romana redatta da persone addette al generale Miollis, annunciava permesse