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202 VITA DI PIO VII

alla clausura. In Roma fu arrestato il segretario della consulta, Riganti, il fiscale generale del governo, Barberi, il luogotenente del tribunale dell'auditore della camera, Rufini, il vice economo della fabbrica di san Pietro, Baccili: era il primo deportato in Ancona, sostenevansi gli altri in Roma. Arrestavasi in Fuligno il marchese Giberti maggiore delle truppe provinciali, che ricusava consegnare le armi che vennero a viva forza sottratte. Così si toglievano tratto tratto dal fianco del s. padre coloro che erano cooperatori e ministri dell'apostolato che esercita sopra tutte le nazioni del mondo cattolico e offrivangli una mano adiutrice. Protestava il papa: i francesi, che promettevano desistere dagli arrollamenti, dichiaravano di voler colpire con tutto rigore delle leggi chiunque opponea resistenza e spedivano picchetti armati per impossessarsi a viva forza dei processi originali di coloro che trovavansi nelle carceri delle usurpate provincie. Questa violenza divenuta sistema si estese anche al quirinale: armati di baionetta penetrarono i soldati nelle stanze del segretario di stato: delusi passarono nelle sale di quel dicastero: supremo, ove fattesi consegnare da un impiegato le chiavi, diedersi a ricercare due processi, che diceansi situati in quell'archivio. Incredibile attentato commesso nella casa del principe e reso anche più odioso perchè non provocato da ragioni di supremo interesse. E se Roma era posta in aspre condizioni, aspre erano del pari quelle dei vescovi nelle loro sedi, dei magistrati nelle loro provincie1. Il capo della chiesa avea con sua enciclica demarcata la linea dalla quale non doveano i sudditi allontanarsi: l’imperatore esigeva giuramento di fedeltà, di obbedienza alle costituzioni ed alle leggi; volea il papa che il solo giuramento permesso quello fosse di non partecipare alle congiure, alle trame sediziose: volea che fosse dato nel solo caso, in cui il ricusarlo importasse grave pericolo ai sudditi: proibiva l’accettar cariche

  1. Vedi Pacca Memorie storiche ec. Roma 1803.