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198 VITA DI PIO VII

esposti i principi di santa chiesa, i prelati, e le violenze patite dai sudditi e dagli amici del papa. Il palazzo dell’ambasciatore di Spagna Antonio Vargas-y-Laqoun fu invaso dai soldati francesi e dalla feccia del popolo: questi che era in letto gravemente ammalato, vide entrare nella sua stanza un ufficiale e quattro uomini, che il dissero prigioniero con gl'impiegati della legazione. Era a quell'epoca la posta delle lettere di Spagna presso l'ambasciatore: si fecero su di essa indagini le più scrupolose. Gli uditori della sacra rota romana, sudditi della Spagna, Gardoqui e Bardaxy sostennero una eguale perquisizione nei loro palazzi. Queste severe misure adottavansi per vendicare i rovesci toccati dalle armi francesi in Ispagna. Attentando al diritto delle genti i soldati di Francia impossessavansi della posta delle lettere, seguiti da delatori e da nuovi impiegati, che violando la fede pubblica e privata, le aprivano e le leggevano: per abuso di forza, vietavasi ai tipografi la stampa di quelle cose che non erano di loro genio: tanto crebbero le violenze che al papa istesso non fu possibile dare alle stampe un allocuzione, della quale si consegnarono ai cardinali manoscritte le copie autenticate dalla firma sovrana. Si vollero esortare i soldati ad abbandonare le insegne della chiesa per quelle adottare dell’impero: trovarono resistenza i consigli, fecesi uso della violenza. Al colonnello delle truppe romane baron De Friess, che abbandonava il servizio del papa per darsi all’imperatore, scrivea lettere di elogio Eugenio da Milano e i generale Desleaux affidava il supremo comando di tutte le truppe romane e imponea riconoscere il solo Miollis: quelli che serbarono la fede militare giurata al sovrano legittimo e alla patria, ebbero esili o carcere nella fortezza di Mantova: i soldati del papa incorporati all’esercito napoleonico andarono a presidio in Ancona, o in altre città che costituivano il regno d'Italia. Ordine severo intimava ai cardinali Pignatelli, Saluzzo, Caracciolo e Ruffo Scilla di lasciar Roma, recarsi in Napoli per giurare fedeltà, ubbidienza al nuovo monarca, sotto pena di confisca dei beni: Pio VII con allocuzione animavali a serbarsi co-