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nazione, da cui il santo padre nel suo soggiorno a Parigi ha ricevuto tante testimonianze di devozione e di affetto. Andò il generale Miollis ad abitare nel palazzo Doria: occuparono le milizie i vari quartieri di Roma. lì giorno tre febbraro l’ambasciadore è il general francese furono ricevuti dal papa, che seco loro si dolse della condotta sleale che teneasi con lui. Difendeva Miollis duri fatti ed acerbi con dolci e studiate parole: scusavasi dell'insulto fatto al palagio e tacea delle altre violenze. Erano i francesi in Roma da quattro giorni, quando il papa ai cardinali diresse un breve. Dopo aver dichiarato in esso, che sarebbe egli pronto a versare il sangue a difesa e sostegno della religione e della sede apostolica: dopo aver ricordato le persecuzioni sostenute, le prove di affezioni date alla Francia sino da quando era vescovo d'Imola, faceasi ad enumerare le ingiuste pretese avanzate dal gabinetto delle Tuilleries e la sua ferma determinazione di resistere alle esigenze: confortavali infine a resistere, a pregare Iddio, perchè volesse dissipare la tempesta e restituire giorni tranquilli alla chiesa.

XIX. Sostenea l'animo del pontefice queste amarezze quando il cardinal Casoni per indisposizione di salute era obbligato a dimettersi dal suo posto di segretario di stato. Succedevagli nel difficile incarico il cardinal Giuseppe Doria1. Allorchè il generale Miollis ardì presentare al s. padre gli ufficiali francesi addetti allo stato maggiore, il papa modello sublime di ogni virtù, non solo amorevolmente li ammise alla sua presenza, ma disse loro di amare i francesi e di esser lieto di rendere ad essi la dovuta giustizia per la severa disciplina che mantenevano fra i soldati. Mosse querela l'ambasciatore di Francia, adontavasi Miollis per un editto pubblicato dal papa: ambo si dolsero di aver questi dichiarato che riguarderebbesi come ostaggio dei france-

  1. Tutti coloro che sostennero questa eminente carica dopo la rinuncia emessa dal cardinale Ercole Consalvi, l’occuparono sempre interinamente.