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194 VITA DI PIO VII

presidiar Roma di una guarnigione francese. E quasi ciò fosse poco, diceasi che i suoi tempi non erano più quelli di Nicolò III e di Giulio II. In tanta serie di mali convocava Pio VII i cardinali, ce le domande e le minaccie e i pericoli esponendo in pieno concistoro, faceasi a domandare il loro parere. Le risposte dei venerandi principi di santa chiesa confermarono il coraggio del papa, che a tentare in qualche modo i mezzi di scongiurare la tempesta, scese a nuove condiscendenze, ma in vano; dappoichè il ministro Alquier rifiutavasi di trasmettere le note pontificie a Parigi, dichiarando rotto ogni rapporto amichevole, ogni speranza di accomodamento svanita, e arrivati i tempi non di negoziare, ma di agire energicamente.

XVII. Dolente è la storia, che ci disponiamo a narrare, confortati dal pensiero che quanto più gravi sono le angustie e i mali che pesano sulla chiesa più tanto viva ed energica manifestasi l'assistenza di Dio. Il mese di gennaro del 1808 giungeva al suo termine quando al segretario di stato scriveva Alquier che a sei mila soldati francesi sotto la condotta del generale Miollis erasi comandato di traversare senza fermarsi lo stato romano. Promettevasi inoffensiva la truppa, egregio l'uomo destinato a guidarla. Facevasi di più: era nella lettera tracciato l'itinerario imposto alle truppe, e appariva da quello che veramente miravasi al vicino reame di Napoli. Leggo nelle cronache contemporanee, che due colonne nel punto istesso partirono da Firenze e da Ancona, e che queste si fusero insieme nell’Umbria e proseguirono tranquillamente il loro camminò: leggo che Pio VII, dopo avere interpellato l'ambasciatore francese, scrisse pure al generale Miollis per domandargli se poteasi prestar fede alla promessa, che la truppa era destinata al regno di Napoli, o doveasi credere piuttosto volersi impadronire di Roma. Questi che di forte natura era, ma di apparenze dolcissime, rispondevagli: avrebbero le truppe imperiali inoffensive tenuto per qualche giorno quartiere in Roma, ma passaggera essere quella misura e senza la menoma volontà di attentare alla sovranità del pontefice.