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192 VITA DI PIO VII

nimo Pio e ricordava che per legge di fidecommesso non poteasi dal principe don Camillo alienare un capitale tanto cospicuo a danno dei futuri chiamati: diceasi violata per questo fatto legge suprema di stato che vieta l’estrazione da Roma e dalle provincie di statue, bassirilievi e oggetti di arte, senza la sanzione sovrana: sapeasi che l’Austria, la Russia, la Spagna aveano invano in altri tempi desiderato l'acquisto di qualche opera, sapeasi già la Francia ricchissima per lo spoglio sostenuto da Roma non nemica a quella nazione e da essa colpita senza riguardo alle sue condizioni, senza rispetto al pontefice. Trionfò la forza: gli oggetti pregevolissimi, dai quali và la città nostra superba, sotto gli occhi dei romani dolenti della irreparabile perdita, partirono per arricchire gl’imperiali musei di Parigi.

XV. Gravi querele movea il papa e facea intendere ai suoi avversari, esser egli ben lontano dal cedere alle ingiuste domande, anzi fermamente deciso di protestare innanzi al mondo, ove procedere si volesse a nuove usurpazioni violente. Triste erano le condizioni di Roma in mezzo alle contradizioni, alle incertezze e alle ingiurie che sopportava. L’erario povero, poveri i cittadini, spogliati i pubblici e privati edificî, distratte le risorse dello stato, gli animi divisi, le coscienze agitate: sapeasi che le aquile dell'impero erano in provincia ai segni della podestà pontificia sostituite: sapeasi che in Francia guardavansi con diffidenza e con gelosia gli atti che venivano da Roma e una parola non udivasi a sostegno dei diritti della santa sede pronunciata, non una luce di speranza splendeva in tanto fremito di passioni e di sdegni. Chi rivolge lo sguardo ai tempi passati e ricorda il lieto vivere degli avi nostri, le larghezze dei principi, la devozione dei sudditi e la pace di cui godevasi, avrà bene di che rattristarsi in vedendo come alle oneste abitudini dei cittadini nuovi bisogni succederanno e nuove tendenze.

XVI. Il cuore del santo padre fu amareggiato altamente da una lettera che il cardinal de Bayannescrivea da Parigi. Conteneva questa l'abbozzo del progetto a lui pre-