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LIBRO IV 179

premo gerarca, la contrarietà che erasi in Parigi concepita verso Consalvi, riguardato come la causa più potente delle costanti opposizioni del papa agl'imperiali voleri. I dubbi crescevano quando il cardinal Fesch, richiamato in Francia per esercitare le attribuzioni di grande elemosiniere dell'impero, partiva da Romalasciando in suo luogo il signor d’Alquier, che tornò a domandare al papa la ricognizione del re Giuseppe. Questi che avea detto a Fesch, nel momento in cui si licenziava da lui, essere sinceramente affezionato a Napoleone e alla nazione francese, ripugnare da ogni confederazione, volersi serbare indipendente come gli altri sovrani, conchiudeva che, ove fossegli usata violenza, appellandosi a tutta l'Europa, avrebbe i mezzi temporali e spirituali adoperati da Dio postigli nelle mani: sapesse l'imperatore esser egli costantemente fermo nel suo proposito. A tanto gravi cause di afflizione aggiungevasi la esorbitante spesa sostenuta dal tesoro pontificio pel mantenimento delle truppe francesi stanziate in Ancona e di quelle che transitavano per lo stato: somme che a cinque mila scudi ammontavano giornalmente: per lo che, andando Roma in credito verso la Francia di un milione e quattrocento mila scudi, versava in durissime condizioni. Afflitto da queste immeritate sventure, dolente per le continue imputazioni prive di fondamento fatte sentire col mezzo del cardinal Caprara alla corte romana, Pio VII con tanto commoventi e dignitose parole si volse all'ambasciatore d'Alquier, che questi scrisse a Parigi essere oramai impossibile il vincere la resistenza del pontefice: che se grande doveva credersi la sua rassegnazione religiosa, grande del pari poteva dirsi il dolore provato dal paterno suo animo e invincibile la fermezza.

VII Giungeva in Roma strana notizia che grandemente agitò l'animo del santo padre, e vi giungea quando appunto speravasi, i soldati di Francia avrebbero evacuato Ancona e le città poste sul littorale dell'adriatico. Un corpo di truppe venuto da Napoli per occupare Livorno, presa improvvisamente la strada di Civitavecchia tenne quella fortezza e que porto. Invano il governatore