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Genga. A Napoleone venuto a Milano, per cinger la corona di ferro, invia Pio VII i cardinali Caselli e Oppizzoni. Le truppe francesi che sotto il comando di Miollis dicevansi destinate per Napoli, occupano Roma. Il papa si rinchiude nel palazzo del Quirinale e invia nota ai ministri esteri presso la santa sede. Il cardinal Doria viene sostituito al cardinal Casoni nella carica di segretario di stato. Danno i Romani sublimi prove di attaccamento al pontefice: Miollis, per la partenza dell'ambasciatore di Francia; assume la polizia del paese, e unisce alle francesi le truppe pontificie. Al Doria segretario di stato è sostituito il cardinal Gabrielli. Si procede all'arresto di monsignor Cavalchini governatore di Roma. Le provincie di Urbino, Pesaro, Ancona, Macerata e Camerino unite al regno Italico. Il cardinal Gabrielli che emette le sue proteste è arrestato: altri incontrano la stessa sorte, altri son deportati. Il papa solennemente protesta con l'allocuzione Nova vulnera. Giuseppe Napoleone è dichiarato re di Spagna e Gioacchino Murat re di Napoli. In mezzo alle amarezze provvede Pio VII come può agli affari della chiesa, dichiara venerabile la regina di Sardegna Maria Clotilde e nomina segretario di stato il cardinal Bartolomeo Pacca. Tenta Ferdinando di Napoli di porre in salvo il pontefice. Si vuole procedere all'arresto del cardinal Pacca, ma Pio lo conduce nei suoi appartamenti. Si abbassa lo stemma pontificio, e s'inalbera in Roma la bandiera francese. Questo spoglio violento provoca l'energiche misure adottate da Pio che viene arrestato e tradotto fuori di Roma.