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168 VITA DI PIO VII

repubblica. A consiglio dell'abate Fea commissario delle antichità romane fece scoprire il piano del Panteon: donò al municipio di Roma circa trentamila libre di metallo per la fusione delle due grandi campane eseguite dall'artista Casini su i disegni di Giuseppe Spada e dal sovrano pontefice solennemente benedette prima di collocarle sulla torre capitolina. A provvedere al buon costume la chiesa di santa Francesca romana e l'annesso locale in via Felice donava alle egrotanti di sifilitico morbo uscite dall'ospedale di san Giacomo in Augusta, perchè ivi ricondotte a miglior vita e dirette da zelanti ecclesiastici insieme coabitassero lontane da nuove seduzioni. Soddisfatto dei risultati ottenuti, istituiva l’anno seguente la pia casa, che dicesi del rifugio destinata pur essa al ricovero delle povere infelici, che liberate dal carcere e sazie del mondo, desideravano provvedere alla loro spirituale salute. Lusingavansi i romani godere di una pace permanente, la sperava Pio nella sua mansuetudine: l'invasione di Ancona strappò il velo che nascondeva vasti e crudeli disegni.