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LIBRO III 167

Francia. Non rispondeva il ministro degli affari esteri al Consalvi, ma il cardinal Fesch assumea seco lui un contegno più mite.

XVI. Alle amarezze che contristavano il cuore di Pio nuove ne aggiunse la perversità di uomini facinorosi. Scorrevano le provincie di marittima e campagna numerose bande di ladroni che audacemente sulle pubbliche vie sempre le sostanze, spesso la vita insidiavano dei viaggiatori: ne paghi di spargere il terrore nelle strade e nelle campagne, osavano in pieno giorno ora nei casali isolati, ora nelle grosse borgate avanzarsi, funestando di loro odiata presenza la tranquillità dei pacifici cittadini, arditamente assaltandoli, derubandoli e peggio. Talvolta nascosti in folte boscaglie attendevano al varco qualche ricco proprietario dei vicini paesi che tornavasene dalla campagna in seno alla propria famiglia, o qualche giovane incauto che osava avventurarsi fra quei nidi d'infami predoni. Erano dessi trascinati in mezzo ai loro nascondigli e col coltello alla gola obbligati ad implorare per lettera dalla pietà dei parenti e dei figli grosse somme prezzo del loro riscatto: talora onorate donzelle vedeansi a viva forza rapite da questi uomini del delitto che ne abusavano, le famiglie coprendo d'interminabile lutto, i paesi di paura e di rabbia. E non fu raro il caso, che per ritardo della iniqua mercede domandata, si vedessero da questi uomini ferocissimi le orecchie dei miseri captivi spedite alle famiglie per sollecitarle con minaccie letali a sborsare il prezzo del sangue. Dicevasi di cuori umani spietatamente strappati e dati in pasto a questi antropofaghi delle nostre provincie. Tante e siffatte sventure, provocarono il vigile governo a severissime misure: tremendi furono i bandi pubblicati il ventitre settembre 1805 per disperdere la trista razza. Come il rigore aggiunse stimoli al brigandaggio, così l'amnistia fu giudicata segno di debolezza. Pio VII cui era a cuore il bene e la sicurezza dei sudditi pontifici, il decoro della sua Roma, contrasegnava la fine dell’anno con provvidenze annonarie e col restauro eseguito dal Camporesi del celeberrimo tempietto del Bramante in san Pietro Montorio guasto per opera della