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162 VITA DI PIO VII

diceva egli, dalla fama manifestato nella nostra assenza con quanto fervore di animo, con quali sentimenti di soda pietà hanno i popoli della Francia in noi venerato il successore di san Pietro. Ci gode l'animo in accertarvi che le notizie a voi giunte o non eguagliano la verità o la trascurano. L'amore, lo zelo, l'esercizio delle cristiane virtù, il sentimento della religione purissima risorge in Francia. Piacque a Dio render fecondo di benefici il nostro viaggio, e i vescovi tutti che noi accogliemmo solleciti, che confortammo di nostre parole ci fecero sicuri, che per noi erasi provveduto al vantaggio spirituale di quell’inclita nazione. Visitammo le parocchie di Parigi, di Lione, di altre città cospicue di Francia e abbiamo di nostra mano offerto il pane eucaristico a migliaia di francesi, che compunti e devoti appressaronsi alla sacra mensa. Vedemmo come erasi a consolazione degl'infermi, alla educazione dei giovani provveduto. Fummo ovunque circondati da una schiera interminabile di cattolici che noi seguivano, noi accompagnavano riverenti e mai sazî mostrantesi di ricevere dalla nostra mano la benedizione apostolica. Rendea quindi noti ai porporati i pregi del clero francese: lodava lo zelo, la fatica, la vigilanza dei vescovi: esaltava del clero minore la docilità, l'obbedienza, la dottrina: diceva in fine di esser lieto di poter rendere essi questa testimonianza di encomio alla presenza del sacro collegio, assiso sulla cattedra del principe degli apostoli, in faccia a tutta la chiesa. Faceasi in ultimo con gravi parole a rammentare il vescovo pistoiese Scipione de Ricci che, fatto ossequente alla santa sede apostolica, avea con pubblica ritrattazione agli antichi scandali riparato ed erasi felicemente rimesso sulle vie fuori delle quali non v'è salute. Con queste ed altre consolanti parole il pontefice mostrava ai porporati avere utilmente sei lunghi mesi dimorato lontano dall'apostolica sede, dalla diletta sua Roma. Giungeva intanto testimonio dell’ imperiale favore per mezzo del cardinal Fesch un triregno, del quale Napoleone facea dono a Pio VII, di superbo lavoro, splendidissimo per gemme e perle orientali: otto nobilissimi arazzi esprimenti altrettanti fatti del