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158 VITA DI PIO VII

Fu impossibile ammettere al bacio del piede tutti colore che il domandavano con fervide istanze: videsi il palazzo della prefettura, ove il papa avea preso stanza, circondato da una moltitudine di fedeli, disposti a vegliar la notte per vederlo almeno una volta quando dovea di buon mattino condursi a saint Jean de Maurienne, ove giunse il di ventuno. Vi dimorò due giorni: mosse quindi pel Luxembourg, valicò le Alpi, passò a Susa, giunse la sera in Torino, ove fu visitato da Napoleone. Ambo alloggiati nel palagio dei re sabaudi, ambo stretti lunghe ore a colloquio. Godeane Napoleone, godeane Pio VII che sperava: il popolo subalpino laudente dicea stretti insieme di vera amicizia il papa e l'imperatore. Lasciando Napoleone che meditava imprese guerresche e intanto con finti simulacri di battaglie sui campi di Marengo ricordava le antiche vittorie, il di ventisette mosse Pio per Asti, quindi per Alessandria e Voghera, donde pervenne a Piacenza. I cardinali Caselli, Spina, Bellisomi, Oppizzoni lo aspettavano a Parma, ove giunse il di primo maggio. Ricevuto nel monistero di s. Giovanni della congregazione casinense, si trattenne domesticamente con l'abate Campobasso e coi monaci. Da quella sua residenza scrisse all'imperatore ricordar egli con tenerezza paterna gli onori a lui resi dalle autorità locali, dalle milizie e le prove di devozione ottenute dal popolo. Celebrò messa nella cattedrale parmense e onorò di sua assistenza il solenne possesso del cardinal Casini eletto vescovo di quella città. Per la via di Reggio e di Modena toccò i con- fini della Toscana, ove attendealo il senatore Salvetti e la guardia nobile, che lo scortò sino al castello di Caseggiolo. Era ivi aspettato dalla regina reggente circondata dai suoi due piccoli figli Carlo Lodovico e Luisa Carlotta, venuti appositamente per fargli omaggio. Accompagnato dai cavalieri toscani Sergardi, Salvetti e Seristori, sull’imbrunire della sera, in mezzo alle acclamazioni del popolo entrò in Firenze per la porta s. Gallo. Si recò al tempio di santa Maria del Fiore, visitò i santuari e i monisteri di quella città e si ebbe nei giorni in cui si trattenne in Firenze rispettosi e filiali accoglimenti dalla piissima regina d'Etruria. Iddio al