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LIBRO III 153

condo concistoro era dal papa tanuto nell’imperiale palazzo: furono per esso proviste cinque chiese del loro pastore. Memore Pio VII d’aver un tempo appartenuto all’inclito ordine benedettino volle visitare la chiesa di s. Germano des Pres: ricevuto da Guineau questi fecesi a dirgli: questo luogo fu, santo padre, la culla dell'ordine di san Benedetto, ordine venerando a cui il vostro nome aggiunge una gloria: sotto queste tacite volte meditarono sulla religione, sulla morale, sulla storia e su tutte le scienze utili all'uman genere i Mabilloni, i Mont Fancon e gli altri uomini insigni, la cui memoria sarà eterna frà noi, come sono eterni i benefici da essi apportati alla religione, alle scienze, alle lettere, alla civiltà mondiale. Questa chiesa è antica quanto la monarchia francese. Devastata dai Normani fu nel secolo XII ricostruita e consacrata dal pontefice Alessandro III. » Rispose con cortesi parole Pio VII, che nella chiesa medesima collocò la prima pietra d'un altare consacrato alla vergine.

IX. Raramente giungevano in Romale notizie del s. padre. Sapeasi, che in Francia nobilissima gara erasi destata nel tributare omaggi al vicario di Cristo; diceasi avere il papa sopportata una malattia, conseguenza della fredda stagione; che erasi ristabilito: era in tutti vivissimo il desiderio di vederlo finalmente restituito all'amore dei sudditi, alla sua sede apostolica. Intanto ai romani già grandemente contristati dalla lunga assenza del principe e dal sospetto di un vicino irrompere di armi sovrastava nuova sciagura. La notte del trentuno gennaro 1805 il vento sud ovest soffiando con violenza frà la torre clementina e quella di san Michele, ove il tevere s'immette nel mar tirreno, spinse indietro le acque. Rimontando esse verso la sorgente, andavano vorticose ad unirsi a quelle che o discese dai monti, o tributate dai fiumi minori, ingrossano il tevere nel suo corso. Alle acque che debordavano bastò una notte per invadere la via di ripetta, la contrada dell'orso, i luoghi più bassi di Roma. Coperte dalle acque vedevansi le campagne, che si allargano alle falde del monte Mario. Alberi, masserizie, carri, bestiami colti all’improviso, sot-