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LIBRO III 135

e della incoronazione del primo imperatore dei francesi. Questa ceremonia acquisterà un nuovo splendore, quando sarà compiuta da vostra santità medesima attirerà essa su noi e su i nostri popoli la benedizione di Dio, i cui decreti reggono a suo beneplacito le sorti degli imperi e delle famiglie. Vostra santità conosce i sentimenti affettuosi che da tanto tempo nutro per lei e da essi può arguire il piacere, che mi offrirà questa occasione di poter darne alla santità vostra nuovi argomenti. Latore di questa lettera in vece dei due vescovi, che eransi domandati, fu il general Caffarelli, uomo di carattere affabile e dolce, addetto alla persona dell’imperatore: sapeasi in Roma aver egli manifestata molta gioia in occasione del concordato. Il papa lo accolse con somma benevolenza. Il cardinal Fesch da parte del signore di Francia assicuravagli che il viaggio avrebbe non solamente per iscopo l'incoronazione, ma che i grandi interessi della religione formata ne avrebbero la parte principale: che sarebbero trattati nei vicendevoli consigli del papa e dell’imperatore: che i risultamenti dovevano potentemente contribuire la progresso della religione e al vantaggio della stato. Ponderate prudentemente le ragioni, il bene della religione trionfò degli ostacoli così che il papa, radunati intorno a se i cardinali, dopo aver dimostrati in concistoro i vantaggi, che poteva attender la chiesa da questa risoluzione, conchiudeva aver Napoleone restituita alla Francia la religione cattolica, aperti e purificati i templi, riedificati gli altari, ben meritato della cattolica religione: voler pertanto imprimere un sacro carattere sulla sua fronte, invocare sul suo capo le benedizioni di Dio: volerlo l'Imperatore energicamente, dando con ciò, manifestissimo segno di benevolenza e di rispetto verso la sede apostolica: aver perciò tutto disposto all'oggetto, sicuro, che la imperiale parola, il nuovo favore che riceveva dal pastore universale della chiesa e finalmente la sua presenza in Francia avrebbe le dolorose ingiurie riparate e quelle vastissime regioni alla filiale riverenza verso la santa sede felicemente restituite.