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LIBRO III


S

ino dagli esordi del suo pontificato mostravasi Pio VII altamente inclinato a ristabilire la compagnia di Gesù. Protetti da Caterina II, eransi i padri riuniti nella Polonia russa: avendo meritato della civiltà di quel vasto impero, Paolo I facea per essi molto di più: chiamavali nella capitale, confidava loro l’amministrazione della chiesa cattolica di Pietroburgo, ove salivano in tanta considerazione di virtuosissimi uomini da meritare che nel 1800, a preghiera dell'imperatore, fosse approvata da Pio VII la loro unione. Un breve segnato dal papa il dì sette marzo 1804 permise che i sacerdoti componenti la congregazione e quelli che si sarebbero in seguito ascritti, seguissero le regole di sant'Ignazio approvate da Paolo III, e l'antico nome, che ad onta delle patite sventure era in cuore a tanti, liberamente assumessero. Ristabilita così la compagnia di Gesù in Russia, tre soci vennero in Italia, e a Parma, ove la pietà del saggio duca Ferdinando III avea in tre convitti i gesuiti suoi sudditi riuniti, posero stanza. Dichiarava però il papa doversi procedere in questo delicato affare con somma cautela, perciò ottennero la istituzione di un convitto solo, ove dovevano istruirsi nelle