Pagina:Storia della vita e del pontificato di Pio VII.pdf/147


LIBRO II 127

gere gli stabilimenti religiosi di Francia e la scuola nazionale di belle arti: cercasse, dicevasi all'arcivescovo di Lione, di vigilare che il papa avesse forza sufficiente a serbare l'interna tranquillità: Roma, conchiudevasi, deve ririguardarsi come uno dei principali centri della politica europea e per gli ambasciatori che vi risiedono e per l’affluenza dei forestieri e per i primi uomini, che vi soggiornano e per le relazioni, che mantiene con tutte le nazioni del mondo. Tali erano i consigli dati al nuovo ambasciatore, quando recavasi fra noi al disimpegno delle proprie attribuzioni. Cacault divenuto ammiratore sincero della virtù costante di Pio VII e della solerzia del suo primo ministro Consalvi tornava a Parigi per dar luogo al cardinal Giuseppe Fesch, che entrava in Roma il dodici luglio 1803. Era appena giunto il nuovo diplomatico francese nella capitale del mondo cattolico, quando delatori e fomentatori di discordie, razza perversa, che in simili tristizie di tempi non manca mai di soffiar negli incendî, cercavano generare nell'animo di lui suspetti e timori, come se in seno alle repubbliche da Bonaparte in Italia create, si macchinassero congiure a danno di Francia o per rompere la buona armonia tra le due corti, o per esporre il nuovo ministro al pericolo di essere giudicato troppo facile, e poco prudente. Ma, grazie alla avvedutezza di Cacault, che dopo aver apprezzato nel loro giusto valore le oneste tendenze della corte Romana, era giunto col suo contegno a respingerli ed invilirli, poco riuscirono ne' loro progetti. Volle Pio VII occuparsi dell'ordinamento cattolico della Germania, da Gregorio V chiamata il gran braccio della cristianità. Vedea egli con immenso cordoglio dispersi i vescovi, rilasciata la disciplina: desiderava riordinare, ristabilire la gerarchia ecclesiastica, lo desideravano i principi. A conseguirla spedivasi da Roma un nunzio apostolico in Ratisbona con l’incarico di ascoltare i reclami dei fedeli, raccogliere i loro voti, proporre alla santa sede i mezzi di provvedere ai bisogni di quel vasto paese. Scrivendo Pio VII calda ed affettuosa lettera a Bonaparte faceasi a dirgli: le germaniche chiese andar dolenti di altissime perdite,