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106 VITA DI PIO VII

gran priorati per procedere con sicurezza alla elezione della eccelsa dignità di quell’ordine. L'Inghilterra, ad onta del suo desiderio segreto trascinata dagli eventi, protestava essergli a cuore operare di accordo, vedere assicurata la indipendenza dei cavalieri, voler anzi che la scelta fra i candidati fosse, per una volta soltanto, data a sua santità; convenire in questo desiderio le corti d'Austria, di Russia, di Prussia: volersi da tutti ripristinato quest'ordine venerando col mezzo e ad arbitrio del papa. Dissentiva dalla opinione delle altre corti la sola Spagna, perchè da lungo tempo desiderava d'innalzare a questa dignità il principe

    conosce i passi, che sono stati fatti in questi giorni presso il santo padre. L'alta protezione di cui il generale primo console mi onora, cui non ho cessato mai di ricorrere nel corso delle mie sventure, e della quale voi avete voluto assicurarmi, può solo al presente sostenere e far trionfare la mia innocenza: la magnanimità di lui non abbandonerà un principe, che in lui e nella lealtà del governo francese ha collocata tutta la sua rispettosa confidenza. I sentimenti, che voi, sig. ambasciatore, mi avete espressi, m'incoraggiano a chiedere i vostri buoni uffici presso la santa sede e presso il governo francese. Io prego Vostra Eccellenza di adoperarsi colla maggiore efficacia, affinchè sia conosciuta da tutti la parte che il generale primo console si degna di prendere alla mia persona, e resti senza effetto alcuno il passo, che i miei nemici hanno or ora fatto presso la santa sede per la dichiarazione di un nuovo gran maestro. La piena confidenza, che mi ha ispirata la parte, che voi vi compiacete di prendere alla mia situazione, acquista una nuova forza dalla circostanza, che questa può servire a dar sempre più risalto ai vostri ben noti sentimenti di equità e di probità. Vorrei potervi dar prove, signor ambasciatore, della mia riconoscenza: almeno vogliate crederla illimitata e profondamente scolpita nel mio cuore. Sono con la solita distinta stima. Il gran maestro Hompesch » Questa lettera venne immediatamente dal ministro di Francia presso la santa sede spedita a Parigi, e il primo console ordinava gli fosse risposto, che l'impero delle circostanze che regola i destini degli stati e degli uomini, opponeasi alla sua elezione ch'egli per giovarlo non potea contradire alla volontà manifestata dalla Russia e dall'Inghilterra, e che finalmente assumeva il pensiero di assicurargli una esistenza onorevole e proporzionata al rango e all'alta posizione di cui godeva.