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LIBRO II 105

In fine dalla maggior parte delle potenze cattoliche era stato dichiarato arbitro nella elezione del gran maestro di Malta. E poichè tutta Europa aveva intento lo sguardo su Roma, ove della sorte di questo splendidissimo ordine dovea Pio VII, portar sentenza narrerò diffusamente quei fatti.

XIV. Era nei voti dei gabinetti cattolici il veder richiamata a novella esistenza l'ordine gerosolimitano, a cui il mondo deve dirsi molto riconoscente per gl'immensi benefici portati alla civiltà quando si oppose ai progressi della barbarie. Solo Inghilterra, fatta più forte sul mediterraneo per la conquista dei baluardi di Malta, con arti segrete opponevasi all'effettuazione del generoso disegno. Sulle spiagge dell'adriatico viveva vita privata a breve distanza da Fermo il gran maestro dell'ordine Hompesch dimenticato, negletto e forse calunniato. Travolto in basso e lacrimevole stato dall'auge di sua grandezza, ora al papa, ora al primo console, ora ai principi regnanti, e più spesso ai loro ministri porgea umili, incessanti preghiere, ignorando che i diversi priorati non intendevano riconoscerlo e alle sue speranze arditamente opponevansi1. Pio VII andava sollecitando i voti dei

  1. Una lettera dall'ex gran maestro Hompesch all’ambasciatore di Francia in Roma spiega in quali dure condizioni si fosse egli, e come ogni mezzo andasse escogitando per far valere i propri diritti. Il riprodurla gioverà a far comprendere maggiormente quanto fosse delicata la posizione dei papa « Sig. ambasciatore. Il solo ed unico scopo dei miei nemici, che mi hanno fatto e mi fanno una guerra tanto ingiusta quanto iniqua, e le cui minute particolarità sono ben conosciute da V. E. è stato sempre di spogliarmi della mia dignità per rivestirne uno di essi, che forse è ligio alle loro cabale. Da questa mira derivano tutti i maneggi, tutte le violenze, le lettere apocrife, le false asserzioni e tutto quello che può loro somministrare qualunque mezzo per opprimere la mia innocenza e per impedire che gl'individui del mio ordine esprimano liberamente il loro desiderio, per calpestare tutti i miei diritti, tutti i doveri e tutti i principi di giustizia e di equità. Doveasi almeno sperare, che la pubblicazione del trattato di pace avrebbe posto un limite a tanta presecuzione. Ma vostra Eccellenza