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104 VITA DI PIO VII

frutto desiderato, la pubblica confidenza. Carlo Emmanuele di Sardegna rifugiavasi in Roma, ove era accolto e visitato da Pio VII. Lo czar delle Russie Alessandro inviava suo ambasciatore presso la santa sede il conte, ciambellano di corte Butturlin: il magistrato supremo del popolo elvetico scrivea lettera rispettosa al papa, implorando la benedizione per quella chiesa1. Bonaparte facea pervenire nelle acque di Civitavecchia due brik e li offriva in dono al pontefice. S. Pietro e s. Paolo erano i nomi imposti a quei legni da guerra, che avevano sulla poppa l'effigie del sommo gerarca, degli apostoli e un motto allusivo2. Le città di Benevento e di Pontecorvo per volere del primo console erano riunite ai domini di santa chiesa3. Da tutte le parti di Europa giungeano in Roma lettere d'incoraggiamento al pontefice e di congratulazione al suo primo ministro che ne secondava meravigliosamente le intenzioni: aveva secolui adottato Bonaparte un linguaggio pacifico e rassicurante.

  1. Mostravasi riconoscente Pio VII a quell’atto di ossequio e di attaccamento e spediva un inviato apostolico nella Svizzera per congratularsi in suo nome e per assicurare quel popolo, ch'egli come padre universale di tutta la cristianità, formava voti per la felicità dell'Eivezia e compartiva ai fedeli la sua benedizione apostolica.
  2. Sulla poppa di due legni da guerra, che il primo console della repubblica francese donava a Pio VII era scritto: Donné par le premier consul Bonaparte au Pape Pie VII. Nella stanza del capitano del brick denominato il s. Pietro era posto un quadro ad olio rappresentante l'autorità data da Gesù Cristo al principe degli apostoli: esprimevasi nell'altro la caduta di s. Paolo nel momento, in cui movea alla persecuzione dei cristiani. Altri doni avea inviati in precedenza Bonaparte a Pio VII, di cui giovavagli acquistare la benevolenza.
  3. Bonaparte in una lettera scritta al ministro degli affari esteri diceagli. « Egli è indispensabile di far conoscere al cittadino Alquier esser necessario, che il re di Napoli lasci che il papa goda in tutta l’integrità dei suoi stati, ed esser giusto, che Benevento, e Pontecorvo sieno ritenuti nella medesima condizione.» Vedremo in seguito come ebbe questa lettera il suo effetto; che ben pericoloso sarebbe stato l'impegno di opporsi alla volontà del primo console che tenea alcuni corpi di soldati nel regno di Napoli.