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LIBRO II 103

che non andarono deluse le concepite speranze. La conservazione delle nostre opere monumentali, la esportazione degli oggetti di belle arti reclamarono le prime sue cure come quelle che formano il decoro e l’abbellimento della città e che destano la meraviglia e la curiosità degli stranieri i quali convengono in Roma da tutte le regioni del mondo. Il primo monumento romano intorno al quale adoperaronsi le generose sue cure, fu l'arco trionfale dedicato a quel Settimio Severo, che propagò con le sue vittorie l'impero di Roma; ammirando principio di una più ammiranda grandezza. Lo liberò dalla terra e dai sassi che lo ingombravano, scoprì la via trionfale, restaurò le colonne marmoree, cinse l'intero monumento di opportuno riparo1. E perchè piacquegli mostrarsi grato a Venezia e ai padri, nel cui monistero erasi celebrato il conclave, ordinava allo scultore in metallo Francesco Righetti varî ornamenti di altare, e delle bellissime opere uscite dalle officine di questo insigne artista romano dotava il tempio di s. Giorgio maggiore. Il cavalier Righetti con lettera del papa le recava a Venezia a Bartolomeo Vernier, abate di quel monistero. Cominciava Roma a riaversi dalle patite sventure: lo zelo del pontefice potentemente secondato dalla instancabile attività del suo primo ministro, la stima, la sicurezza e il coraggio addimostrato verso i gabinetti stranieri per mantenere ferme e sicure le prerogative della santa sede e i diritti della chiesa non mancarono di produrre

  1. A rammentare il beneficio recato da Pio VII a Roma con questo scavo, che fu preludio di altri che far dovevansi durante il suo pontificato, fu sul luogo stabilita la lapide seguente :

    PIVS . VII PONT. MAX.

    RVDERIBVS . CIRCVM . EGESTIS

    ARCVM . RESTITVENDVM

    ET . MVRO . SEPIENDVM

    CVRAVIT

    ANNO . MDCCCII