Pagina:Storia della vita e del pontificato di Pio VII.pdf/116

96 VITA DI PIO VII

Consalvi, da Roma intera altamente onorate le ceneri del glorioso pontefice: mancavano le risorse: si pensò fare appello alla generosa cooperazione del patriziato romano, che tutto fece per secondare l'estremo voto del pontefice moribondo, di riposare cioè presso la tomba del principe degli apostoli1. Per pubblico bando si annunciò al popolo la funebre ceremonia che doveva aver luogo. Ai prelati Gazzoli e Lante, l'uno uditor generale, l'altro tesoriere della camera era dal papa dato l'incarico di diriggere la pompa religiosa; e a Lante, che faceasi a ricordargli, come esausto fosse l'erario; noi, rispondea, non abbiamo molto denaro, ma prenderete dalla nostra piccola cassa particolare tutte quelle somme, che vi troverete. Era giunto il tempo predettogli dal Consalvi, che avrebbe praticata la religione delle riparazioni. Diremo delle offerte generose e spontanee, come di cosa che onora altamente l'animo dei romani. Ebbesi appena notizia del desiderio manifestato dal papa, che da ogni lato affluirono i doni. Cerei, torcie, stoffe, che potevano contribuire a rendere augusta e solenne la ceremonia non mancarono all'uopo2. Fu gara fra i ministri stranieri per onorare Pio VI: prima nelle offerte notavasi quella della repubblica francese: tardo ma onorato compenso alla memoria di un giusto perseguitato! Quattro prelati per ordine del pontefice inviavansi incontro al convoglio funebre, che attendevasi in Roma3: il car-


    stato, che erasi giovato dei suoi consigli gli ottenne da Pio VII la croce dello speron d’oro e l'annesso titolo di conte palatino.

  1. Dal momento in cui il convoglio funebre partì da Valenza sul Rodano sinchè non giunse al Valicano, immensi onori e non equivoci segni di figlial tenerezza furono tributati dalla Francia e dall'Italia al martire di Valenza.
  2. Leggo nei rapporti, che si pubblicarono in quei giorni, che uno dei principi romani che maggiormente si distinsero nel rendere omaggio di onore alle spoglie mortali di Pio VI fu il principe Doria Pamphily.
  3. Erano monsignor Malo protonotario apostolico, monsignor Mariotti segretario dei brevi ai principi, che aveano avuto il coraggio di seguire nell'esilio il pontefice prigioniero; monsignor Gio. Batt. del Carretto Mancurti e Domenico Ginnasi imolese, addetti al particolare servigio di Pio VII.