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92 VITA DI PIO VII

eragli possibile, salvo il dogma. Intanto non mancavasi in Roma di far riflettere alle autorità francesi che nè può, nè deve il vicario di Gesù Cristo procedere nel gravissimo affare dell’episcopato cattolico usando i modi con i quali il governo o promove o depone i prefetti inviati a reggere le provincie. Ove un vescovo demeritare dovesse la fiducia e la stima dei governanti non avvi, diceasi, come un prefetto la facilità di sostituirne uno nuovo: speravasi che il console che avea saputo riunire tutti i partiti, vorrebbe riflettere che un vescovo è, e debbe essere ovunque lo stesso: deve egli possedere con la considerazione e la stima del suo gregge tutta la confidenza in materia di fede. Le note che giungevano da Roma dettate con assennatezza e sapienza profonda1 i modi cortesi del cardinal Caprara, che non si allontanò d'una linea dalle sue istruzioni, le spiegazioni soddisfacenti date in mezzo agli ostinati rifiuti, seppero tener lontani quei mali che in tanto fremito di passioni potevano agevolmente avverarsi.

X. L’animo del pontefice fu gravemente perturbato da lettera venutagli dall'Inghilterra, con la quale quattordici vescovi, ivi travolti dal turbine delle sciagure francesi, devoti sempre alla borbonica dinastia, faceansi con rispettose parole a domandare la facoltà di presentare al capo visibile della chiesa i loro riflessi, prima di emettere la domandata rinuncia alle loro sedi. Per evitare gli scandali e i mali che potevano attendersi, domandavano essi un assemblea di tutti i vescovi della chiesa gallicana: dif-

  1. Leggasi su tal proposito la lunga nota diretta al ministro Talleyrand dal cardinal Consalvi per comando di Pio VII. Apparirà da essa come giusto è il giudizio del cav. Besson capo del protocollo degli affari in Francia, il quale confessò che fra i documenti diplomatici da esso lui trovati in trent'anni di esercizio della sua carica, meritavano il primo posto i brevi e le note pervenute dal governo pontificio, nelle quali riscontravasi sempre uno stile castigato e sostenuto, una dialettica posata e sicura.