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LIBRO II 91

potentemente dallo zelo di sua santità in questo gravissimo affare; e fu menzogna, perchè il cuore del santo padre era anzi amaramente ferito dal vedere, che tentavasi d'indurre i fedeli in errore sopra i suoi deliberati pensieri, sulle pure sue intenzioni. Forte nel santo proposito di promovere efficacemente il bene della chiesa, andava lamentandosene con i cardinali uniti in concistoro, con le lettere ministeriali e colle frequenti allocuzioni. Uniformavasi egli allo spirito di Pio VI il quale fu udito ripetere: Ho tentato che le cose tornassero all'antico sistema: l'affare non è ancor terminato: preghiamo e speriamo. Il suo coraggio fu lodato da tutta l'Europa e quelli istessi che aveano interesse d'ingannarlo, non dubitarono di asserire che bella, illuminata e prudente fu la condotta tenuta in questo penoso affare dal papa. E gravissime erano le angustie dell'animo suo quando prendea a riordinare l’episcopato delle chiese di Francia. Aveva egli solennemente promesso nella bolla pubblicata dopo la ratifica del concordato1 di esortare i vescovi titolari a fare spontanea rinuncia delle loro chiese. Tenne la sua parola: furono i brevi diretti ai prelati francesi rifugiatisi in Ispagna, in Inghilterra e in varie città della Germania. Ventisette frà questi fecero rassegna delle loro sedi episcopali nelle mani di sua santità: quelli che risiedevano in Londra ad eccezione di cinque, rifiutaronsi. Scrivea Consalvi a Parigi che esigevano le regole della chiesa e l'uso costante della sede apostolica che si attendesse la loro risposta: che i titolari delle chiese di Francia chiamavano eccessiva, indiscreta la brevità del tempo di dieci giorni accordata per rispondere all'appello fatto ad essi dal sommo pontefice: che ad onta di questo Pio VII, investendosi delle circostanze imponenti della Francia e del desiderio ardentissimo di chi sedea al governo di quella illustre nazione, volea prescindere da tutte le regole canoniche e far quanto

  1. Essa incomincia « Ecclesia Christi quam civitatem sanctam Hyerusalem etc. »