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84 VITA DI PIO VII

A Parigi proclamavasi con solennità il consolare decreto, e sceglievasi il giorno di pasqua per la riapertura dei templi: in quel giorno istesso il genio di s. Vincenzo di Paoli, vivo come la fede, operoso come la speranza, energico come la carità tornò a mandar luce sulla fronte delle predilette sue figlie, che nei tempi dell'anarchia si videro trascinate per la città e pubblicamente battute1. Il loro ristabilimento era dai parigini riguardato come vero trionfo di religione e di carità. Tornata in seno all'unità la Francia, seguironla le cisalpine provincie, che il tristo esempio dell'abbandono aveano imitato. Per produrre effetti più sensibili sulle moltitudini spiegò il governo il più imponente apparato. Ad aumentar la gioia dei cittadini per le notizie che giungevano della pace conchiusa, mirabilmente contribuivano il concorso delle autorità militari e civili, la presenza dei tre consoli che rappresentavano il governo, e la persona del cardinal Caprara legato a latere del pontefice, che munito del breve di nomina2 e della lettera credenziale3, presiedeva alla osservanza del concordato4, regolava gli affari ecclesiastici, imprimeva alla solennità un più sacro e venerando carattere5. Questi prima di spiegare le sue qualifiche avea in pubblica udien-

  1. Furono esse istituite in Francia sotto gli auspici della regina madre di Luigi XIV per soccorrere l'umanità sofferente.
  2. Incomincia questo breve, che lo dichiara legato a latere presso la repubblica francese « Dextera altissimi, quae semper in ostensione virtutis ec. ».
  3. La lettera diritta a Bonaparte come primo rappresentante della repubblica comincia « Defert tibi has litteras etc. ».
  4. Il breve che al cardinal Gio. Baltista Caprara concede estesissime facollà comiucia « Cum pro tua religione, doctrina, ac explorata nobis in rebus gerendis prudentia etc. »
  5. Dava il Caprara le canoniche istituzioni ai vescovi destinati a coprire le sedi della nuova circoscrizione, pubblicava un giubileo di perdono a coloro, che aveano resistito all'autorevoli voci del pontefice e fatta guerra alla religione e alla santa sede: se ne leggeva il decreto impresso a Parigi, il quale incomincia « Sublata tandem calamitate bellorum ».