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82 VITA DI PIO VII

stolico, con il quale affettuosamente prendea ad esortarli per bene della religione, per tranquillità della Francia, a questo atto di sublime abnegazione, porta la data del quindici agosto 18011. Arduo era l'impegno, difficile il vincere uomini che vivevano nell’esilio tanto per insistenza nelle antiche opinioni, quanto per affezione alla famiglia reale di Francia. Ma se alcuni rinunciarono spontaneamente, la maggior parte di essi, quelli in modo speciale che ripararonsi in Inghilterra si rifiutavano. Come quindi molti si diportassero e con quanta generosa abnegazione sarà subietto ai futuri racconti. Bonaparte, cui era ben noto, come della restaurata religione dovesse essergli riconoscente la Francia, pubblicava una circolare nella quale con aspre parole prendeva a deplorare i mali gravissimi sopportati dalla nazione per mancanza di religione: spenta questa, dicea il console, insorgono le fazioni, crescono le speranze dei nemici, la discordia entra nelle famiglie, la felicità si allontana. Insensati quei falsi filosofi, che vollero conculcarla atterrando gli altari, cessando da quelle solennità che rendono gli uomini fratelli e li adunano tutti sotto la mano potente di Dio: sopito nei cuori il sentimento religioso, aggiungeva egli, più non sentono i moribondi quella voce amica, che parla ai cattolici di una vita migliore: ricordava ad essi i dipartimenti francesi agitati dall'impeto delle passioni in modo da temere omai distrutta la società e dissipata ogni speranza di bene. Solo alla religione era dato rimarginar tante piaghe, asciugar tante lacrime: averlo egli voluto, averlo nella sapienza sua voluto il pontefice: Furono queste le solenni parole con le quali annunciavasi dal console la ratifica del concordato. Intanto avvenga che molti fossero contrari e persino con le satire e con poco lodevoli arti

  1. Questo breve tradotto dal suo originale latino nell'idioma italiano e francese fu impresso in Roma dal Poggioli tipografo della R. C. A.