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affida in oggi la cura del buon ordine e della tranquillità di questa popolazione al Capo Decurionale. Gli abitanti sono prevenuti per lor quiete che la cittadella è rimessa alla Guardia Nazionale.
Dato in Torino il 9 di aprile l’anno del Signore 1821.
Ill. ed Ecc. Signore,
La città di Genova reputò come un prospero e lieto avvenimento che dovea influire sulla di lei futura felicità, quello di vedervi rivestito dell’onorevole divisa di suo governatore, e lo spontaneo giubilo universale che in sì fausto momento sorrise alle speranze di tutti, ve ne sarà stato, Ecc. Signore, una solida e leale guarentia.
Ella avea aspirato a sì prezioso acquisto insin da quei giorni, nei quali essendo Voi Presidente Capo dell’Ammiragliato, avevate con una particolare affeziono protetto la prima sorgente delle sue fortune, il commercio.
Nè s’ingannò nel veder compiuti i suoi voti. La saggezza, la giustizia, la bontà che continuamente assistettero a tutti i vostri consigli, non fecero che giustificare ampiamente i comuni presagi e farvi ognora acquistare dei nuovi diritti alla sua riconoscenza.
E poichè è cosa che alla vostra gloria appartiene, sebben sia trista la circostanza da rammentarsi, non dobbiamo qui tacere, come anche dopo i funesti avvenimenti accaduti nella capitale, noi restammo sì penetrati della vostra sapiente condotta, che dall’unanime acclamazione di tutto il Corpo Decurionale fummo spediti con istraordinaria Deputazione presso di Voi, onde rendervi una solenne azione di grazie, per l’imperturbabile e lode-