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conseguenze con animo fortemente tranquillo. Un ordine del ministro lo fece trasportare da Alansone a Bourges, insieme con altri quattro fuorusciti piemontesi: Sammichele, De Baronis, Palma, e Garda.
A Bourges era più che mai sorvegliato e angustiato con strane sevizie. Pure si dava pace sperando, che la Provvidenza metterebbe fine ai suoi mali. Di là scriveva all’amico Cousin: “La cattedrale di Bourges è una grande e bellissima chiesa gotica. Ma il Santuario riserbato ai preti non lascia avvicinare all’altare. I nostri preti francesi tengono i Cristiani troppo lungi da Dio: un giorno se ne pentiranno!” — Studiava e filosofava sopra materie religiose, morali e politiche, e s’indignava con gli scrittori moderni che mettono in mala voce gli antichi. “Il Bonald e il Tracy, egli diceva, son d’accordo per iscreditare gli antichi, questi antichi a cui siamo debitori di tanto, e le cui venerabili reliquie hanno rinnovellato la civiltà che era perita.”
Il 21 settembre scriveva: “Oggi il prefetto mi ha fatto chiamare, e mi ha domandato se ero sempre nell’intenzione di andare in Inghilterra, e in questo caso, se preferivo di imbarcarmi a Calais o a Boulogne. Ho risposto, che non potevo desiderare di rimanere in Francia senza avervi piena libertà; e che quando mi fosse negata, accetterei subito i passaporti per l’Inghilterra. Io non potevo fare altra risposta onorevole che questa. Dirò dunque addio alla Francia, ma non vi rinunzio. La società europea avrà qualche anno di calma. Forse cesserà l’inquietudine che la mia persona ispira ad alcuni male a proposito. Allora ritornerò... Ho bisogno di questa speranza.” — Partì da Bourges, accompagnato da gendarmi come un malfattore. Traversò Parigi, e gli fu appena concesso di fermarvisi quanto era necessario per passare da una diligenza ad un’altra. Sebbene il governo