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in genere è cresciuto tanto di costo. Sotto il reggimento francese v’era eccessivo rigore e severissima disciplina per gl’impiegati, ma il governo francese professava il principio che fosser pagati e bene. A parte la giustizia, vi guadagnava la moralità. Noi non dimandiamo una legge. I governi debbono astenersi da leggi suntuarie o attentatorie alla libertà individuale. Noi facciamo un appello alla equità, al buon senso e direm pure all’interesse che tutti hanno di riordinare la società sconvolta, pregandoli ed esortandoli a rivolgere su ciò la loro più seria attenzione. Quanto agli esercenti professioni libere, noi invochiamo pace e tranquillità. Il lavoro e la retribuzione delle fatiche andran da se. In tempi regolari il prezzo deve livellarsi alla mercanzia e all’opera.

Ad illuminare poi i nostri lettori, ed a rettificare un’idea erronea che è in molti, dobbiam prendere le difese del governo pontificio contro chi lo accusa di sperperamento o di mala amministrazione della fortuna pubblica. Declamasi contro i debiti contratti e l’accrescimento della partita che va sotto la rubrica di debito pubblico.

Le apparenze sono contro il governo; contro il governo son molti scritti e le dicerie in corso; ma la verità 6i trova in opposizione con le accuse: imperocchè risulta da documenti incontestabili che in tutta l’amministrazione dalla restaurazione del governo all’anno 1828, vi fu un sopravanzo di circa cinque milioni di scudi romani. In seguito di che, come abbiamo narrato, negli anni 1828 e 29 si potè diminuire di un quarto la dativa reale, e altrettanto e più si sarebbe potuto fare in appresso, se non fosse venuta la rivoluzione delle Romagne del 1831 (figlia di quella francese del 1830) a impedirne il progetto.1 La rivoluzione del 1831 occasionò il primo prestito a Parigi. Le

  1. Vedi in Sommario, n. 11, lo specchio di monsignor Morichini. — Vedilo pure in Gualterio, Gli ultimi rivolgimenti italiani ec ., volume 1. Documenti, pagina 90.