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tante disperazione? No, non siete voi, o Alessandro Dumas, o Eugenio Sue, o Vittorio Ugo, o Giorgio Sand, da tanto per moralizzare la società; sibbene lo siete per infradiciare e disperdere i germi della moralità e del pudore, e per far sparire completamente dal mondo la umana felicità!

Ma altra causa precipua, più diffusa e più costante di grida, di allarmi, di dicerie e di motteggi, la quale andò sempre aumentando, e massimamente nel basso popolo, contro l’autorità governativa, si rinviene nel caro dei viveri necessari al sostentamento individuale ed in quello delle pigioni delle case, dei foraggi pel bestiame e del combustibile per gli usi domestici.

Egli è un principio stabilito dalla economia politica e constatato dalla esperienza che lo sviluppo di vitalità delle nazioni, la facilità delle comunicazioni tra gli uomini, e fra queste in primissimo grado le strade ferrate, l’oro e l’argento che dall’America e dall’Australia viene ogni giorno ad accrescere la circolazione nei mercati di Europa, son tali cause, da aumentare la spesa per la vita pubblica e privata, e non soltanto qui da noi, ma nel resto d’Italia, in Ispagna, in Francia, in Germania, da per tutto.

Noi aggiungeremo cause di questo aumento, quel genere di ricchezza costituito dai capitali e dalle rendite in azioni industriali, il quale ha moltiplicato a dismisura i capitalisti o rentiers che agiatamente sen vivono, senza possedere un palmo di terreno, co’ soli frutti e dividendi delle loro azioni.

È questa nella società una classe immensa ed estesa la quale 40 anni indietro non esisteva. Ella fa maggiore la concorrenza in tutte le cose, e ne fa quindi salire il prezzo. Prima che sorgesse questo nuovo genere di capitalisti, non si conoscevan per tali se non i proprietari di fondi rustici e urbani, molini, fabbriche industriali, danaro contante, e pietre preziose; e fra i rentiers semplici non ponevansi se non i possessori di rendite pubbliche sui governi, tanto nominative o inscritte, quanto al portatore.