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della rivoluzione di roma | 725 |
Foro romano, si eseguirono quelli del Foro Traiano, e si dette principio all’abbellimento del Pincio ed alla formazione di un orto botanico e di un giardino botanico. S’introdusse dai nobili (il primo dei quali fu il principe don Alessandro Torlonia) il costume di chiuder le scale con bussole per garantirsi dal freddo. A lui pure dobbiamo gli ornamenti al teatro di Apollo fatti a sua cura e spese. Incominciossi a far uso de’ caloriferi; sostituironsi da per tutto le lastre di cristallo ai vetri delle finestre; e la illuminazione della città ebbe un regolare organamento. I tappeti poi per gli appartamenti furono adottati anche dall’ultimo della borghesia. Non basta. Uno stabilimento pubblico per la mattazione degli animali destinati a nutrire la popolazione, fu per ordine governativo costruito; e questo si dovè a Leone XII di cui parleremo in appresso. La proprietà degli alberghi, la decenza ed il lusso di alcuni fondachi e di molte botteghe non faceva invidiare quelle di Parigi o di Londra. Per ciò poi che si attiene all’agricoltura, le piantagioni dei gelsi e degli olivi ottennero un premio: e premiati ed incoraggiati venner pure i fabbricanti di pannine.
Man mano poi che i costumi s’ingentilivano, si vennero introducendo stabilimenti litografici, e invalse pure l’uso de’ biglietti di visita, delle sopraccarte, degli album, delle bomboniere, e de’ fiori veri e artificiali. Si ebbero in appresso anche esposizioni di orticoltura: ed un commercio di fiori e di piante venne ad abbellire il paese ed a somministrare i mezzi per vivere a’ loro cultori.
Queste son cose vere, e che datano dalla restaurazione in poi: e dovrà convenire ognuno che tutte riunite (e non pretendiamo di averle tutte memorate), fecer cambiare fisonomia al nostro paese, imprimendogli tale aspetto da non renderlo riconoscibile agli uomini del secolo passato.
Vanno pertanto errati grandemente coloro che parlando di Roma, e fra questi poniamo in prima linea alcuni scrit-