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tutto il cuore, con tutta la effusione della gioia che noi stessi vedemmo invader gli animi. Vedemmo, commossi, alcuni appressarsi al generale per baciargli la mano, altri la spada, altri le vesti, ed osservammo con quale ansia e con quale dolce violenza tutto ciò facevasi; talchè fu visibile a tutti la commozione del generale e de’ cittadini che si trovaron presenti a queste manifestazioni.

Ebbe luogo in seguito il difilar della truppa: e la sera una generale illuminazione dava compimento alla gioia del giorno.1

Rialzato lo stemma pontificale, la Francia potè vantarsi di aver compiuto l’opera sua, opera doverosa, logica, tradizionale: e così riparò in parte le ferite cagionate in altri incontri al papato. Le sette peraltro non si dieron per vinte, e gli sforzi del protestantesimo, le cupidigie di uno stato vicino, le speranze di sorte migliore nei bramosi di rivolgimenti, l’incuria di alcuni governi, l’egoismo di molti fra i grandi e la loro passiva indolenza prepararono al papato nuove sventure, ch’è fuori del nostro proposito di narrare.

Noi qui arrestiamo i nostri racconti, di cui i nostri documenti sopperirono i materiali. E con ciò poniam fine al compito che ci eravamo assegnato.



  1. Vedi Giornale di Roma del 16 luglio 1849.