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698 | storia |
Tali oggetti venner quasi tutti restituiti a chi seppe giustificarne la proprietà.1
Con altro atto del generale in capo, del giorno 9, ripristinavasi il principe Massimo nel suo officio di sopraintendente generale delle poste, ed il principe di Campagnano in quello d’ispettore generale delle medesime.2 Due giorni dopo, il giornale la Speranza dell’epoca ch’era il giornale di Mamiani, Farini e consorti, insorse contro detta reintegrazione e la criticò severamente.3 I due principi reintegrati rimasero al posto, ma la Speranza dell’epoca non comparve più. Quell’articolo fu ad un tempo la chiusa del numero 139, e l’addio della Speranza dell’epoca mal veduta dai clericali, esecrata dai repubblicani.
Questo giornale che rappresentava l’opposizione tanto al triregno papale quanto al berretto repubblicano, non si limitò nel numero 139 sopra mentovato a parlare epigrammaticamente dei due principi romani, ma volle rilasciare un po’ troppo le redini, perchè riportò anche una corrispondenza di Francia ad un giornale inglese nella quale si diceva desiderarsi di condurre il papa a scegliere il Mamiani per suo primo ministro.
Un articolo di fondo poi, e perciò non estratto da altri giornali, si pubblicò nelle sue colonne, e parve assai più meritevole di censura, poichè a chiarissime note vi s’insinuava essere impossibile in Roma il ripristinamento del governo dei preti. Esso dopo di aver declamato contro la sottoscrizione di certi fogli per chiedere il ripristinamento del governo di Pio IX, esciva in questa sentenza:
« A non lasciare frattanto indurre in errore uomini di buona fede, o lontani stranieri, a non lasciare insultare