Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/701


della rivoluzione di roma 697

Le ruberie che sotto il noma di perquisizioni eransi nei mesi decorsi commesse, incominciarono a scuotere coloro che le avevan sofferte, sicché venne fuori il giorno 8 una ordinanza del prefetto di polizia Francesco Chapuis, colla quale i sacri vasi, gli arredi di chiesa e le campane tolte agli stabilimenti religiosi di Roma, ed esistenti ancora, venivan messi a disposizione dei direttori di quegli stabilimenti ai quali appartenevano. 1

Un atto di ordine e di giustizia si rinvenne nello aver comandato lo stesso prefetto di polizia il dì 8 luglio che tutti gli antichi presidenti dei rioni di Roma riassumessero da quel giorno le loro funzioni. 2

Altro atto di ordine e di giustizia riparatrice fu quello col quale il suindicato prefetto di polizia ingiungeva il 9 a tutti i detentori di oggetti requisiti dal cessato governo di farne la denunzia, entro 3 giorni a datare dall’atto stesso, alla prefettura generale di polizia, e stabiliva che l’infrazione a tale ordine sarebbesi considerata e punita come furto qualificato. 3 Più tardi venne creata una commissione di ricuperamento e restituzione degli oggetti requisiti, la quale si compose dei seguenti:

Prefetto di polizia Presidente
Principe Don Girolamo Odescalchi Membri
Cavaliere Ferdinando De' Cinque
Avvocato Pietro Bertini
» Francesco Tomassetti
Domenico Farina Segretario. 4

Occupossi indefessamente quella commissione nell’esercizio del suo mandato. Gli oggetti ricuperati furono, come altrove ci è occorso di raccontare, nientemeno che 2,954, di cui esistono sedici note che si affissero al pubblico.


  1. Vedi Raccolta ec., pag. 11.
  2. Vedi detta, pag. il.
  3. Vedi detta, pag. 13.
  4. Vedi il Giornale di Roma del 20 luglio.