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I mazziniani poi erano di tal tempra, da dire e fare le cose che promettevano. Un esempio ci è somministrato da ciò che ora narreremo e che a noi stessi accadde.

Erasi eretto il Caffè Nuovo in Caffè militare francese, e si era sparso che i Romani dovessero astenersi dall’intervenirvi.

Questo procedere tirannico ed all’esercizio delle libertà cittadine oltraggioso, scosse la suscettibilità di molte signore appartenenti alla borghesia. In una riunione serale se ne teneva proposito, e fra queste era la moglie di me che scrivo, la quale declamando contro il poco coraggio civile di cui avevan fatto prova i Romani lasciandosi imporre sul collo la repubblica che in genere non volevasi, eccitò altre sue amiche a volerla seguire una sera al Caffè Nuovo. Venti signore ed altrettanti uomini vi fecer difatti una sera il loro ingresso, e vi contrassero la conoscenza di qualcuno degli ufficiali francesi di stato maggiore ch’eran per verità il fiore della cavalleria di quella nobilissima nazione.

Bastò questo perchè comparisse dopo pochi giorni un foglietto clandestino, ove tanto falsamente quanto cinicamente rappresentavansi i mariti che accompagnaron le loro signore al Caffè Nuovo, come altrettanti vili che colà si recarono per prostituirvi le loro mogli; e fra questi era pur io. I nomi di tutti e di tutte vi furon fedelmente designati, e quello di mia moglie a capo di lista, in carattere più grande di tutte le altre.

Di questo documento non possiamo somministrare alcuna copia stampata, perchè l’unica che possedevamo venne da noi data al capitano Filippi aiutante di campo del generale Oudinot. Ripetiamo che non possiam produrlo, ma facciamo appello agli uomini di buona fede. Molti l’ebbero o lo lessero, e niuno oserà al certo di negare un fatto che in allora venne conosciuto pubblicamente. Una copia però manoscritta potrà leggersi nel X volume dei Documenti della nostra raccolta sotto il n° 10. Ricordiamo ben anco