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vili satelliti di un papa abborrito. Maledetta quella di voi che dinanzi agli alleati laidissimi dell’Austria si scordasse di essere italiana! Noi ne pubblicheremmo il nome per consegnarlo inesorabile alla ignominia ed alla esecrazione del popolo. E le meretrici, fino le meretrici sentano amore di patria; si riabilitino a dignità cittadina in faccia a costoro.

» E la nostra parola d’ordine, il nostro grido di rannodamento e di emancipazione sia ora e sempre

» Viva la Repubblica.

» Questo grido incessante che neppure gli schiavi di Francia potranno contenderci, sarà preparazione novella al compimento del legato che ci ponevano sull’animai martiri nostri; sarà rugiada consolatrice alle ossa immacolate e sante che riposano — olocausto sublime di fede e di amore — presso le nostre mura e fanno doppiamente divina l’eterna città. In questo grido ci troveremo sempre fratelli; e vinceremo.

» Viva Roma capitale d’Italia
» Viva l’Italia del popolo
» Viva la Repubblica romana

» Roma 4 luglio 1849.

» Un Romano1


Questo foglietto piccolo di mole sembraci grande di importanza, perchè ci rivela il piano di condotta da tenersi dai Romani secondo la mente del Mazzini e del suo partito. È infine da riguardarsi, siccome dicemmo più sopra, per una specie di testamento politico del grande agitatore. S’intende bene che gli eredi fiduciari erano i pochi ma operosi affigliati rimasti in città, fra i quali senza dubbio taluni più fidi avrebber dovuto costituire un centro direttore.


  1. Vedi Documenti del 2° semestre 1819, n. 3, A.