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658 | storia |
di san Paolo, traevan palle e granate sopra la città per contribuire ad accrescer l’incertezza e il turbamento dei difensori. Questa diversione aveva luogo nel momento stesso in che i Romani facevano un nuovo ed inutil tentativo d’incendiare il ponte francese di battelli, detto di santa Passera, lanciandogli contro sul Tevere varie piccole barche cariche di materie incendiarie. 1
Intanto sul Gianicolo erasi accesa la zuffa terribile, ostinata, micidiale. L’assalto fu tremendo: tremenda e coraggiosa del pari fu la difesa. Ai Francesi furon subito feriti i capi di battaglione Lefebvre e Galbaud-Dufort E fra i Romani fu ferito mortalmente il non romano colonnello Manara, comandante la legione lombarda.
Dopo otto o nove ore di fuoco e di carneficina (perchè i Romani ebbero oltre a quattrocento morti, ed altrettanti se non più ebbero a deplorarne i Francesi) cessò il cozzo delle armi. Le vittime dei dissidi politici languivan sol campo rosseggiante di sangue, seminato di membra infrante, divenuto baccano orrendo di grida disperate, di bestemmie e di pianto: e queste vittime reclamavano cura, aiuto, sepoltura. A mezzo giorno i Romani inviarono un parlamentario per dimandare un armistizio affine di poter raccogliere i morti ed i feriti sparsi qua e là su’ luoghi dei combattimenti. Il general di trincea accordollo, e per tal modo si potè dall’una parte e dall’altra compiere questo pietoso e commovente officio. Dopo il mezzo giorno poi si dimandò di capitolare: così finì la guerra. 2
Crediamo prezzo dell’opera il riportare qui i nomi di alcuni dei nostri officiali uccisi o feriti nel combattimento del 30 di giugno, desumendoli dagli scritti del diligenti-
- ↑ L’altro tentativo d’incendiare quel ponte, ugualmente non rinato, ebbe luogo la notte dal 10 all’11 giugno. Vedi Vaillant, pag. 67.
- ↑ Vedi la relazione del generale Garibaldi nel Monitore, pag 651 — Vedi Vaillant da pag. 134 a 146. — Farini, vol. IV., pag. 201. — Vedi Sommario storico ec., vol. IV, pag 339. — Vedi Torre, vol. II, pag. 262 e segg.